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Little Village [30-09-2016]

Dave Keuning è a suo agio nel suo elemento, il neon. Più alto di un palazzo di giustizia distrettuale, con tantissimi ricci color castano ramato chiaro che meritano di posarsi su tessuti con fantasia leopardata. Keuning suona la chitarra nei Killers di fronte al pubblico dei festival, numeroso quanto la popolazione di Tebe nel quarto secolo. I Killers sono stati nominati sette volte ai Grammy e hanno venduto più di 20 milioni di album. La musica è un rock and roll patinato con fluorescenza pop fabbricato per migliaia di sudati estranei, pigiati uno contro l’altro. Il neon è il quinto elemento più abbondante nel cosmo, ma costituisce solo lo 0,0018% dell’atmosfera terrestre. È, quasi letteralmente, aria rarefatta.

La città di Pella ha proibito le insegne al neon nel 1987. Dave Keuning è di Pella, Iowa.

Keuning è cresciuto in una città di 10.000 abitanti e ha suonato nella band jazz della Pella High School. Si è diplomato in musica alla University of Iowa prima di ritirarsi e trasferirsi a Las Vegas, dove ripiegava magliette da Banana Republic prima di essere licenziato dopo l’11 Settembre 2001. Mentre era disoccupato, Keuning ha messo un annuncio di ricerca musicisti nel Las Vegas Weekly e ha scritto un familiare riff di chitarra nello sgabuzzino del suo appartamento.

Brandon Flowers ha risposto all’annuncio, e quel riff di chitarra è diventato Mr Brightside, una canzone certificata tre volte platino negli Stati Uniti e due volte platino nel Regno Unito.

Keuning e i Killers stanno attualmente riemergendo dalla crisalide del rock classico. Non più giovane, ma esperta, la band ha pubblicato un album di greatest hits, Direct Hits, nel 2013, e l’anno successivo ha segnato il decimo anniversario di Hot Fuss, l’album di debutto che includeva Mr. Brightside.

I Killers celebrano un altro decimo anniversario il 30 Settembre, questa volta per Sam’s Town, il secondo album. La “Sam’s Town Decennial Extravaganza” è un lecito spettacolo che include la ripubblicazione in numero limitato del vinile, concerti per due giorni consecutivi al Sam’s Town Hotel and Gambling Hall a Las Vegas, e un tour in autobus di posti iconici per la storia della band.

Prima dei festeggiamenti, Keuning ha voluto ricordare il fertile suolo dello Iowa e guardare oltre, verso l’unico posto con una maggior concentrazione di neon rispetto a Las Vegas:

Lo spazio.

La mitologia sulla nascita dei Killers inizia di solito quando Brandon Flowers ha risposto al tuo annuncio di ricerca musicisti su un giornale locale. Quanto ti è costato quell’annuncio?

Erano gratis.

Quanti ne hai messi prima che ti rispondesse?

Probabilmente cinque o sei.
Sai, è divertente perché non sono bravo ad incontrare nuova gente e quando mi sono trasferito a Las Vegas, non conoscevo nessuno. Ma sembra che tutti quelli che ho incontrato siano indirettamente legati a quell’annuncio.
Quando mi sono trasferito qui ho scoperto questi giornali settimanali e ho messo annunci tutti per la stessa cosa – cioè per creare una band o unirmi ad una – e all’inizio mi ha chiamato una ragazza e sono stato in una band con lei. Questo è successo nel primo anno e mezzo della mia vita a Las Vegas. Poi lei è diventata la mia ragazza, e poi ci siamo mollati ed è in quel periodo che ho messo un altro annuncio e poi incontrato Brandon.
Ha chiamato e sembrava una persona normale, e avevamo gli stessi gusti musicali.

So che il termine “catfish” (truffatore online, ndt.) non era ancora stato inventato, ma sono sicuro che qualche tipo strambo abbia risposto all’annuncio prima che trovassi il tuo frontman.

Si, ci sono stati alcuni personaggi. Un tipo gentile che era anche tossico e stupido. Ad un altro piaceva il metal e aveva dei tatuaggi strani. Aveva dei segni sulle braccia — tipo quelli che contano uno-due-tre-quattro e il quinto che li attraversa — e io gli chiesi, “Cosa significano quei numeri? Che cosa conti?” E lui, “Rappresentano il numero di persone morte che conosco.” E io ero “Oh!”

Dopo che ti sei ritirato dagli studi in Iowa e ti sei trasferito dall’altra parte del Paese per iniziare una band rock, hai lavorato per Banana Republic in una città diversa. Ci sono stati dei giorni in cui hai sentito di aver commesso un grosso sbaglio e hai pensato di tornare indietro?

Avevo uno spirito avventuriero a quei tempi e ho lasciato il college perché mi ero diplomato in musica e non ne vedevo l’utilità, davvero. Avevo lavorato per circa un anno in Iowa e ho pensato, “Andrà così? È questo il mio futuro?” E così ho pensato, beh, devo andare da qualche parte per divertirmi e Vegas era più abbordabile di New York o Los Angeles, posti in cui tutti sognano di trasferirsi.
Ho incontrato una ragazza dopo un paio di mesi e ho trovato subito lavoro. Il mio primo lavoro è stato in realtà per Best Buy. Ho pensato di tentare la fortuna lì per almeno due mesi e che non sarebbe stata la fine del mondo se alla fine fossi tornato indietro.
Probabilmente sarei tornato indietro se Brandon non avesse risposto a quell’annuncio. In quel momento mi trovavo ad un bivio. Ero stato licenziato perché la situazione economica a Vegas era molto brutta. Così ho pensato, beh, metto un altro annuncio e poi magari ritorno in Iowa.
Poi l’ho incontrato e ho pensato, voglio vedere dove si può arrivare, perché abbiamo entrambi iniziato subito a scrivere musica di cui ero entusiasta.

Non ci sono rock star da Pella, Iowa. Tu sei l’unico. Cosa ti ha fatto pensare che saresti riuscito a realizzare tutto questo?

Credo di essere stato abbastanza scemo da sognare. Non so. Sembra effettivamente una cosa da pazzi provarci e le probabilità non sono a favore. Ma se non ci provi nella vita allora le probabilità si azzerano. Bisogna uscire un po’ dalla normalità e dalla routine, o niente succederà mai.
Ad essere sincero, credo che sarebbe potuto accadere anche in Iowa. Di sicuro non ci sarebbero stati i Killers ma sarei potuto entrare a far parte di altre band. Non sto dicendo che non si possa iniziare una band in Iowa e diventare famosi perché gli Slipknot hanno dimostrato il contrario. Può succedere.
Dal canto mio, avevo esplorato tutte le opportunità in Iowa, perciò sono dovuto andare in un altro posto per cercare di incontrare persone nuove.

Da quello che so, eri solito cucinarti sgradevoli pasti di riso, ramen (gli spaghetti giapponesi, ndt.), hot dog e ketchup per risparmiare. Qual era il tuo piatto distintivo?

Beh, si, non avevo molti soldi. Comunque erano ramen e uova, compravo anche sacchi di riso — ne compravo uno per tre dollari — e anche qualche hot dog. Quello era il mio piatto speciale, mettevo un hot dog su un piatto di riso e lo tagliavo sottile per spargerlo tutto sopra. È così che tiravo avanti.

Bollivi mai gli hot dog nella stessa acqua dei ramen? Gli da un sapore simile.

Credo di si. È un trucchetto niente male.
Metterci un uovo mentre sta bollendo è il trucco migliore. Gli aggiunge davvero un qualcosa un più.

Non l’ho mai provato.

Per favore provalo. Mentre cucini i ramen aggiungici un uovo. Non devi fare altro che mescolarlo. Ci aggiunge davvero una maggior consistenza.

Quanto tempo dopo la pubblicazione di Hot Fuss negli Stati Uniti le ragazze delle superiori hanno iniziato a chiamarti?

Non so se avessero modo di raggiungermi facilmente perché non controllavo Facebook o simili. Sono davvero negato per queste cose, ancora oggi.
Adesso ho un profilo Facebook con zero amici. E c’è qualcuno che fa finta di essere me con tutti gli amici.
Tutti pensano che sia io l’impostore e che l’altro sia io.

Metteremo le cose in chiaro.

Si, mettetele in chiaro per me.

Com’è suonare di fronte al pubblico dei festival, più numeroso della tua città natale, rispetto a ciò che sognavi nella tua stanza crescendo?

È esattamente quello che sognavo crescendo. È quello che ho sempre sognato.
L’unica altra esperienza in qualche modo simile è stata alle superiori. Suonavo nella band jazz della Pella High e facevano qualche concerto con altre band. Ero davvero super nervoso quando facevamo quei concerti alle superiori.
È stato solo quando ho iniziato a suonare con i Killers e a fare un sacco di concerti che mi sono abituato, e adesso sono probabilmente più a mio agio sul palco che a fare qualsiasi altra cosa. È una cosa naturale.
È strano il modo in cui vedo il pubblico. Credo di preferire quando ci sono più persone. Sono quasi più a mio agio quante più persone ci sono.

Nel 2008, Rolling Stone aveva detto che stavi mettendo i soldi da parte per prenotare uno dei primi viaggi commerciali della Virgin nello spazio. Lo vuoi ancora fare?

Si, sono ancora interessato, ma la Virgin continua a posticipare la data. Avevano detto che sarebbe stato nel 2010, poi il 2011, poi il 2012 e ancora non hanno fatto niente. In realtà tutto questo mi ha fatto un po’ agitare al pensiero di essere sul primo volo. Quando mai succederà probabilmente lascerò farlo a qualcun altro prima per qualche anno perché non voglio essere io quello ad esplodere.
È sicuramente un mio sogno andare nello spazio. È spiacevole quanto lentamente il programma spaziale si stia muovendo. È la ragione principale per cui mi piacerebbe vivere a lungo, per vedere ciò che succederà. Andremo su Marte? Ci sarà un hotel sulla luna un giorno? Non lo so. Queste cose mi affascinano.
Si sta muovendo tutto lentamente se pensi a quanto tempo fa c’è stato il primo allunaggio e cosa abbiamo fatto da quel momento. Non so se arriveremo mai vicini a quello che si vede nei film.

Questa non sarebbe un’intervista a Dave Keuning se non ti chiedessi dei tuoi famosi capelli. Centinaia di scrittori del rock and roll li hanno descritti su carta stampata. Ma come erano prima che avessi la libertà di farli crescere così?

Quando ero alle superiori erano corti. Credo che a quei tempi non volessi farmi notare troppo. Una volta me li sono tinti biondi per divertimento. È stata una fase. Quando ho potuto abbandonare il lavoro nel periodo in cui i Killers hanno firmato il contratto discografico, è stato allora che ho iniziato a lasciarli crescere davvero.
Portavo sempre rispetto per i miei vari lavori quando li avevo corti. Forse è una cosa del Midwest. Mi sembrava strano lasciarli crescere perché volevo andare bene ai miei capi. Ma appena ho potuto li ho lasciati crescere perché potevo fare quello che volevo..

Cosa dicevano i tuoi genitori?

Si sono abituati. [Ride.] A mio papà probabilmente farebbe piacere se me li tagliassi. Ne sarebbe felice.

Devo farti un’ultima domanda, per le persone a Pella. Tu e Kyle Korver (giocatore di pallacanestro, ndt.) fate parte della lista dei “Residenti Famosi” di Pella, Iowa. Chi ha i capelli migliori?

Oh, caspita. Non so. È una domanda difficile. Dovrei dire io, ma i suoi capelli sono una cosa totalmente diversa. Ha dei bei capelli.
Devi sapere che tifo per Kyle. Guardo le partite degli [Atlanta] Hawks. È bello averlo nella NBA.

FonteLittle Village