NME [18.12.2023]
Brandon Flowers ha parlato con NME di cosa c’è in serbo per i Killers, ha menzionato un tour per l’anniversario di Hot Fuss e ha rivelato in esclusiva che sta lavorando ad un nuovo album solista.
Il frontman stava parlando con NME proprio nel momento in cui è arrivata la notizia che la nuova collezione best of dei veterani indie di Las Vegas, intitolata Rebel Diamonds, era entrata alla numero uno in Regno Unito, segnando così il loro ottavo album in testa alle classifiche, un’impresa che Flowers ha descritto come “davvero fantastica”.
“È difficile da immaginare,” ha spiegato. “Sono in mezzo a questo vortice da vent’anni; in questo ciclo di tour, scrittura, tour e di nuovo scrittura. Il tempo più lungo che abbiamo avuto per riflettere è stato durante il COVID, ed è stato un processo piuttosto illuminante riuscire ad avere il tempo per ragionare su tutto quello che avevamo fatto. Sono molto orgoglioso del gruppo e del nostro lavoro.”
Oltre a ripercorrere il loro lavoro sin qui, Flowers si è anche aperto con NME sul mettere la parola fine a vecchi dissapori, il futuro rock n’ roll del gruppo, un tour per l’anniversario del loro determinante album di debutto Hot Fuss, e il lavoro sul successore dei suoi due album solisti, Flamingo e The Desired Effect.
Ciao Brandon. Quando siete venuti alla ribalta con Mr Brightside nel 2003, ti saresti mai immaginato di celebrare il vostro secondo greatest hits vent’anni dopo?
Siamo sempre stati un po’ diversi dagli altri gruppi di Las Vegas perché notavo che c’era questa competizione e rivalità tra quelle locali. Io non pensavo a loro – pensavo ai White Stripes, agli Strokes, e agli Oasis. Non mi ero permesso di puntare ancora agli U2, ma mi chiedevo, “Cosa fanno queste band e perché non sono più bloccate nella loro città natale?” Ecco cosa ci ha resi diversi già all’inizio.
Eravamo diversi, eravamo ambiziosi. L’ambizione di solito è vista come una cosa negativa da molte persone, ma ci è servita. Siamo stati in grado di perseverare ed è incredibile dove siamo arrivati.
Eri famoso per iniziare battibecchi con gruppi tipo i Bravery e i Green Day a quei tempi. Ti penti dei modi un po’ schietti che hai avuto in passato?
Ci ho messo una pietra sopra! Ma agli inizi mi dava piuttosto fastidio. Alcune delle cose che dicevo non rappresentavano il vero me. Ero ancora acerbo, non ero pronto alle interviste, e anche un po’ introverso, e così mi rifugiavo negli insulti! Adesso come adesso ne sono un po’ imbarazzato, ma sopravviverò. Comunque mi sono già scusato.
Rebel Diamonds è ormai uscito. Impari qualcosa sulla vostra eredità nella musica quando dai questa forma al vostro passato?
Personalmente mi ritengo il mio critico più duro. Faccio ancora quello che facevo 20 anni fa, guardo il nostro best of e poi lo confronto con quello di Tom Petty per vedere dove siamo da meno! Ma allo stesso tempo guardo e penso, “Si vede proprio un gruppo che dà il suo meglio, matura, cresce e cerca di mostrarsi più onestamente possibile facendo comunque buona musica di cui sono davvero orgoglioso.”
Le nuove canzoni nei best of sono solitamente un modo per una band di dire, ‘Ecco dove stiamo andando’ – ma le vostre sembrano dire più, ‘Ecco da dove veniamo, adesso non vi resta che aspettare verso dove andremo’, no?
Sì. È bello dare un senso al tutto. Se prendi ad esempio una canzone come boy, fa sicuramente riferimento alle nostre influenze dei primi tempi ed è un po’ nostalgica, ma sento che ci sono ancora aree inesplorate verso cui possiamo dirigerci. Sono ancora entusiasta sul futuro.
Quando abbiamo parlato l’ultima volta, poco prima della pubblicazione di boy, sembrava che fosse la genesi di un nuovo album. Ma ormai abbiamo passato quell’obiettivo, no? State andando verso una nuova direzione?
Sì, ho capito che il veicolo che volevo guidare aveva meno sintetizzatori e meno raggi laser! Sto cercando di trovare una soluzione. Non è comunque inconsueto; abbiamo fatto album come Sam’s Town, Battle Born e sicuramente Pressure Machine dove c’è una minor presenza di quel tipo di sound. Non lo sto discreditando – molta di quella musica ha formato chi sono – ma invecchiando voglio essere più autentico verso chi sono e verso come mi sento. Devo seguire quella direzione, e sento che mi sta indirizzando verso una musica con più chitarre, rock n’ roll e Americana.
Gli ultimi due album dei Killers sono segnati dai tuoi testi più personali. Sarà così anche per il prossimo album?
Sai che la gente di solito dice, “Oh, non so cosa farò”? Le band sono sempre autocritiche ma sarò onesto – sto iniziando a capire quello che farò! Una volta che arrivi a quel punto è difficile fare musica che senti non ti sta rappresentando. Ho scoperto qualcosa mentre registravamo Imploding The Mirage e Pressure Machine; due album piuttosto concettuali che avevano questa continuità, spinta e convinzione. Una volta che fai un album così è difficile farlo in qualsiasi altro modo. Non è facile, ma me lo sono ripromesso.
Da cosa sono ispirati i tuoi testi al momento?
“Adesso sono attratto dalle relazioni e le difficoltà che le persone affrontano per farcela, ma allo stesso tempo avendo empatia per chi ne viene schiacciato e cerca di rialzarsi. Ogni volta che mi avventuro in questo territorio mi rende più forte nelle mie relazioni, perché mi fa capire di cosa ho bisogno per farle funzionare e il lavoro che devo fare a questo scopo. È un processo davvero importante per me perché mi rende una persona migliore.
Hai raccontato a NME che la tua speranza per il prossimo album è di avere tutti e quattro i membri a bordo per farlo tutti assieme. Come sono le prospettive e riguardo?
Adesso sto facendo un album solista! L’ho quasi finito. L’obiettivo è sempre stato quello che tutti e quattro i membri originali sentano il lavoro come proprio e siano orgogliosi di quello che stiamo facendo, ma è difficile dato che abitiamo tutti in città diverse. Non è impossibile. È strano parlartene, ma sicuramente mi piacerebbe.
Aspetta un secondo, un nuovo album solista?
Sì, sto scrivendo un terzo album solista.
Wow, prenderà quella direzione di rock ‘n’ roll sognante?
È diverso. Sento che rappresenta un po’ dei miei primi due album solisti, ma ovviamente ho vissuto molte altre esperienze nei sette anni dall’uscita dell’ultimo. Ho opinioni diverse e cose che ho assorbito. Mi sta piacendo come si sta formando.
Quando pensi che potremo ascoltarlo?
Il tour di Rebel Diamonds ha distorto un po’ le tempistiche! Annunceremo anche qualche concerto per l’anniversario di Hot Fuss, quindi probabilmente non lo pubblicherò prima del 2025. Dovrò tenerlo da parte per un po’.
I concerti per Hot Fuss saranno un affare più umido e intimo come ai vecchi tempi?
Non credo di avere la libertà di confermartelo, ma diciamo che si può fare due più due. Credo che li annunceremo poco dopo l’inizio del nuovo anno. I concerti nelle arene sono per Rebel Diamonds, ma questo sarà nello specifico una festa per Hot Fuss.
Magari potreste fare un salto di nuovo a Glastonbury?
Sì, certo!
Speriamo. Buon Natale, Brandon.
Buon Natale!
Fonte—NME