Forbes [19-08-2020]
Brandon Flowers ha una battaglia che imperversa dentro di sé.
Per anni, il frontman dei Killers ha interpretato un doppio ruolo principale: il vivace e baldanzoso rubacuori alla guida di una delle più importanti band rock del ventunesimo secolo, e il nomade desideroso e spirituale con lo sguardo rivolto all’eternità. “C’è stata una specie di tiro alla fune nella mia anima per tutta la vita da questo punto di vista,” dice Flowers al telefono dalla sua casa a Park City, Utah. “Credo molto sia dovuto all’essere stato cresciuto mormone a Las Vegas.”
Flowers esplora in profondità questa dicotomia nel nuovo album dei Killers, Imploding the Mirage, che dispensa magniloquenza, introspezione e ritornelli invincibili in egual misura. Caution e My Own Soul’s Warning sono a metà tra lucentezza glam-pop e grandiosità rock da arena, mentre Blowback scivola più in un languido country-rock, Running Towards a Place in un misticismo soft rock e Fire in Bone nella spavalderia della new wave. I temi dei testi sono semplici ma universali: amore, fiducia, il desiderio di rompere le catene e scappare dalla propria città. E le canzoni suonano straordinariamente, implorando di essere urlate dalle più alte montagne—o, parlando più realisticamente, sparate a tutto volume dai palchi dei festival in giro per il mondo mentre fuochi d’artificio esplodono all’orizzonte.
Se il 2020 fosse andato secondo i piani, la seconda ipotesi starebbe avverandosi proprio in questo periodo. I Killers avevano annunciato un grande tour mondiale—festival e stadi in Europa, arene in Nord America—a metà Marzo, poco prima che il coronavirus mettesse in pausa tutta la musica dal vivo. La pandemia attuale li ha costretti a riprogrammare le loro date europee per il 2021 e posticipare la pubblicazione di Imploding the Mirage da Maggio ad Agosto a causa di ritardi nel mixaggio.
Con un nuovo album in canna e nessun posto in cui viaggiare, i Killers si sono ritrovati con un sacco di tempo libero inaspettato tra le mani. E così hanno scritto un altro album.
“Stavo andando in palestra, prendendo lezioni di canto, i miei vestiti erano in preparazione, mi stavo preparando per il tour. E poi tutto si è fermato. Che fare ora?” dice Flowers. “Così invece di andare in tour, sono tornato a scrivere, ed è stata una piacevole sorpresa perché non lo avevo mai fatto prima. Siccome avevo già esercitato il muscolo della scrittura, le canzoni sono arrivate in modo molto più naturale del solito.”
Flowers stima che la band ha 11 canzoni pronte per il nuovo album, a cui hanno lavorato durante delle sessioni in studio lunghe due settimane in California e a Las Vegas. “Credo davvero la pubblicazione sarà veloce,” dice. “Direi meno di un anno.”
Un contrasto estremo rispetto alle elaborate sessioni iniziali per Imploding the Mirage, che segna il primo album dei Killers scritto senza il chitarrista co-fondatore Dave Keuning, il quale si è preso una pausa dal gruppo nell’Agosto del 2017 e non suona con loro da quel giorno, nonostante sia tecnicamente ancora un membro ufficiale. (Anche il bassista Mark Stoermer ha diminuito il suo impegno dal 2016 a causa di un incidente con i fuochi d’artificio che gli hanno causato un danno all’udito, ma ha scritto e registrato parti di Imploding the Mirage e ha in programma di suonare ad alcuni concerti selezionati in futuro.)
Con l’assenza di Keuning, Flowers e il batterista Ronnie Vanucci Jr. si sono uniti ai produttori Shawn Everett (Kacey Musgraves, Alabama Shakes) e Jonathan Rado del duo indie-rock Foxygen, mentre Weyes Blood (il nomignolo della cantante/scrittrice psych-pop Natalie Mering), Adam Granduciel dei War on Drugs, k.d. Lang e l’ex chitarrista dei Fleetwood Mac Lindsey Buckingham hanno prestato il loro talento all’album. Il feroce assolo di chitarra di Buckingham lancia Caution nella stratosfera, mentre Mering e Lang donano le loro bellissime voci a My God e Lightning Fields, rispettivamente.
“Non gliel’ho detto [a k.d. Lang], ma rappresenta la mia defunta madre,” dice Flowers della sua apparizione in Lightning Fields. “Non sapevo se questa informazioni le avrebbe fatto cambiare idea o no. È mia mamma che parla con mio papà.”
Mering e Lang hanno contribuito alla “componente femminile” dell’album, come la definisce Flowers. “Molto presto un tema ha iniziato ad essere evidente, e ho cominciato a capire che volevo che l’album parlasse di due persone che diventano eterne,” dice. “E sulla copertina dell’album, che abbiamo deciso molto presto, ci sono queste due specie di esseri celesti, un uomo che tira una donna fuori dalla tempesta. Ho iniziato a vedere dei paralleli con la mia esperienza con mia moglie.”
Dal punto di vista dei testi, Imploding the Mirage è una continuazione di quelli di Wonderful Wonderful del 2017, che hanno preso spunto dalle difficoltà che Tana, la moglie di Flowers, ha affrontato contro un disordine da stress post-traumatico. Ma se Wonderful Wonderful era per lo più segnato da rimpianti e dolore, Imploding the Mirage è pieno di trionfo, gioia e —una sorpresa per i Killers—romanticismo. “My God, it’s like the weight has been lifted,” Flowers tuona in My God, e in Dying Breed, promette, “When everyone’s compromising, I’ll be your diehard / I’ll be there when water’s rising, I’ll be your lifeguard.”
La copertina dell’album—Dance of the Wind and Storm di Thomas Blackshear—è diventata la fiamma guida creativa della band durante la lavorazione di Imploding the Mirage. Hanno stampato e appeso copie in tutto lo studio. “I produttori la guardavano quando erano alla ricerca di sensazioni cosmiche,” dice Flowers. “Io la guardavano quando ero bloccato con i testi, Ronnie la guardava quando suonava la batteria, e i fattorini la guardavano quando venivano a consegnarci il cibo. Non le si può scappare.”
Il significato di Imploding the Mirage è doppio. C’è quello ovvio, un’ironica allusione al famoso casinò sulla Strip di Las Vegas, ma riflette anche la decisione di Flowers di lasciare Las Vegas nel 2017 e trasferirsi a Park City, a circa un’ora di distanza da dove ha passato l’infanzia.
“Eravamo abituati a edifici di riferimento che venivano implosi, posti in cui i nostri nonni avevano lavorato o in cui andavamo a fare colazione la mattina di Natale,” dice Flowers. “Implodono un sacco di cose a Las Vegas. Così ho usato questa analogia per descrivere il mio allontanamento da Las Vegas. Si riferisce alla crescita, alla realizzazione di cosa sia importante nella propria vita. E invece di rimpiazzarlo con un altro miraggio o un’altra facciata, lo si fa con qualcosa di eterno e reale.”
Flowers attribuisce la prospettiva eterna dell’album alle lezioni che ha imparato come membro praticante della chiesa mormone. “Si tratta di camminare su un filo,” ammette, “bisogna stare in equilibrio per non sfociare nel Christian rock.”
Ma il cantante insiste sul fatto che quei semi di desiderio spirituale esistevano già nell’album di debutto, Hot Fuss del 2004—specificamente nella crescente All These Things That I’ve Done—e sono stati approfonditi in Sam’s Town, i cui testi erano pieni di immagini religiose. “Avevo una tale reverenza nei confronti di persone come Bono e Johnny Cash e tutti quelli che riuscivano ad usarle con successo, mentre io stavo ancora cercando la mia strada in quel momento,” dice Flowers sui primi album della band.
Quasi 20 anni e sei album dopo nella loro carriera, i Killers rimangono une delle band rock che possono ancora riempire gli stadi e raggiungere vendite da sei cifre nella prima settimana di pubblicazione. Imploding the Mirage ha già avuto ottimi riscontri nelle radio alternative, con il primo posto di Caution nelle classifiche di Billboard delle radio rock e delle radio alternative. Flowers non vede l’ora di pubblicare l’album, e scalpita per suonare le nuove canzoni dal vivo, dove i Killers danno il loro meglio.
“Credo che quell’esperienza non scomparirà mai,” dice dei concerti rock. “Siamo figli di un periodo completamente diverso, e abbiamo un piede in quelle tradizioni … e uno che guarda al futuro.”
E per quanto riguarda quell’eterno tiro alla fune nella sua anima?
“Credo che alla fine il fedele cercatore di anime vincerà.”
Fonte—Forbes