The Independent [22-08-2020]
Le superstar di Las Vegas capitanate da Brandon Flowers potrebbero aver pubblicato il loro miglior album dal 2006, ma non potranno portarlo in tour tanto presto. Flowers e il batterista Ronnie Vannucci Jr parlano con Mark Beaumont di Trump, Kanye, lavorare con Lindsey Buckingham, e perché la quarantena sia positiva per scrivere canzoni
Brandon Flowers si mette comodo in un immaginario divano Chesterfield, si immagina alla scrivania di un Ufficio Ovale decorato da fulmini al neon e pensa a cosa potrebbe rientrare nello Statuto della sua presidenza.
“Non ho un’immagine romantica del lavoro dei presidenti,” dice il frontman dei Killers, perfetto per il podio, molto simile ad uno statista. “Non so quanto potere abbiano veramente ma credo che possano ispirare le persone e riunirle come simbolo del loro Paese o Stato, ma stiamo assistendo al completo opposto con tutto quello che sta succedendo in questo periodo. Una cosa che avrei all’ordine del giorno è mettere la parola fine alle divisioni e ricordare alle persone le cose che ci rendono simili. Credo che sia meglio di trovare le differenze e sfruttarle, come Trump sta facendo al momento.”
Due anni fa, i glamour rocker di Las Vegas hanno mandato in frantumi la loro posizione apolitica per pubblicare il singolo solitario Land of the Free, un attacco, in lavorazione da sei anni, del marciume che sta intaccando i valori dell’America. “Tutto, dalle sparatorie nelle scuole, ai discorsi sulla costruzione del muro di confine, o ai filmati di un ragazzo che viene ucciso da un poliziotto, è stato senza sosta,” dice Flowers a proposito della sorprendente canzone di protesta di una band di solito più associata ad un synth-rock emotivo come quello di Mr Brightside e Human. “Alla fine, il troppo è stato troppo e dovevo finire la canzone e pubblicarla. Non potevo più sopportarlo.”
Oggigiorno, la gestione disastrosa della pandemia da parte di Trump ha portato Flowers al punto di rottura e oltre. “Qualche mese fa ce ne stavamo tranquilli a vedere quello che stava succedendo in Italia e Spagna, ed eravamo loro vicino,” dice al telefono dalla sua nuova casa dalla salubre città di montagna che è Park City, in Utah, “e prima che ce ne rendessimo conto siamo diventati noi quelli a cui le altre persone sono vicine. Non ci si può nemmeno fidare di chi ci governa. È un periodo piuttosto cupo per gli Stati Uniti e speriamo di avere almeno una nuova faccia e un cambio di rotta a Novembre.”
Potrebbe esserci il Presidente Kanye… “Sono frustrato del suo atteggiamento, sai?” dice Flowers ridendo. “Credo che stia facendo sul serio. Non nego che potrebbe rifarlo nel 2024. Mi preoccupa un po’ il fatto che stiamo lasciando troppe celebrità diventare così sfrontate, ma spero che venga eletto qualcuno più qualificato. Direi che stiamo tifando per Biden. Non voglio che le cose rimangano come adesso, credo che sia un bene mescolare le carte e forse Trump è riuscito a farlo, ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi davvero e abbia esperienza, ecco chi dovrebbe ricoprire il ruolo di presidente.”
Il batterista Ronnie Vannucci Jr, con cui parlo in una telefonata separata, sembra aver passato la pausa dovuta alla pandemia navigando negli angoli scientifici più oscuri del web. “Tutto questo è molto conveniente, no? È stranamente sospettoso.” Pensa che qualcuno abbia abbia messo in giro il Covid per influenzare l’ordine globale? “Non so. Se pensi alla tempistica di tutto questo, è molto strana. Se è stato creato dall’uomo, la tempistica è diabolica, e mi fa venir voglia di nascondermi in posizione fetale da qualche parte sotto una roccia.” Ronnie è un segreto complottista? “Adoro queste cose! Mi piacciono le teorie complottiste. Tipo questa sugli alieni, hanno pubblicato dei filmati sugli ufo registrato dal governo, è interessante.”
Se Flowers dovesse candidarsi per le elezioni presidenziali del 2020, avrebbe già il discorso alla nazione pronto tasca. Il quinto album della band, Wonderful Wonderful del 2017, ha regalato alla band il primo numero uno negli Stati Uniti grazie ai suoi ricchi e avviluppanti aggiornamenti dell’alt rock anni ’80 alla Kate Bush, Peter Gabriel, The Cars e Fleetwood Mac, mescolati ai testi più personali di Flowers, che dissezionano la depressione di sua moglie Tana, dovuta ad una varietà di traumi durante la crescita. Se quell’album parlava di rassicurazione, il nuovo, Imploding the Mirage, si concentra sulla sfida. Dal modo in cui Flowers dipinge sua moglie come una “featherweight queen” con “Hollywood eyes” che scappa dalla città che scatena in lei reazioni negative in Caution (“è la nostra canzone sull’allontanamento da Las Vegas,” conferma), o come l’eroina di ghiaccio di Blowback, è chiaro che questo album sia la sorella di Wonderful Wonderful.
“Assolutamente,” dichiara Flowers. “Un album deve essere catartico, e creare Wonderful Wonderful ha significato percorrere nuove strade per me come compositore. Era molto importante che mia moglie mi lasciasse farlo, e che potesse vederne la bellezza e che le persone potessero sentire che non sono sole. Quindi è stata una liberazione creare questo album e mostrare il retro della medaglia, insistere e perseverare per vedere cosa può succedere. Quello che sto vivendo ora con la mia famiglia e i cambiamenti che abbiamo fatto, il trasloco e il non mollare, sono il messaggio che guida tutto l’album.”
In Running Towards a Place e nell’enfatica When the Dreams Run Dry, Flowers descrive la sua vita famigliare anche nell’aldilà, quando “we’ll beat the birds down to Acapulco” in una specie di corrente a getto celestiale. “Faccio ancora parte della chiesa mormone e crescendo impariamo a guardare la vita in prospettiva eterna. Con l’idea che le nostre famiglie staranno assieme anche nell’aldilà.” Avvicinandosi ai 40, pensa più spesso alla morte? “Sì, sono a metà strada! Si inizia a pensare come si passa il proprio tempo e come lo si usa.”
È per questo che Flowers sta entrando nei quaranta guardando al futuro. Dall’esterno, i Killers potrebbero sembrare in un lento collasso: sia il bassista Mark Stoermer sia il chitarrista Dave Keuning non suonano più dal vivo con la band negli ultimi anni, con Stoermer che soffre di problemi di udito a causa dei fuochi d’artificio durante il concerto allo Stadio di Wembley del 2013 e un Keuning creativamente frustrato che ha dichiarato come ragione una genitorialità a tempo pieno. Mentre Stoermer ha partecipato a qualche sessione per Imploding the Mirage, si tratta del primo album dei Killers totalmente privo del contributo di Keuning, lasciando così alla band un buco da dover riempire. Un tentativo iniziale di creazione dell’album in Utah, con il produttore Jacknife Lee a condurre una parata tipo “speed dating” di ospiti per prendere il posto di Keuning, è stato visto come “disonesto” e tutte le sessioni sono state cestinate.
È stato l’ascolto di Father of the Bride dei Vampire Weekend che ha riacceso il vecchio fuoco della competizione che Flowers ha avuto per la prima volta con Is This It degli Strokes. Invidioso e ispirato, ha capito che avrebbe dovuto alzare di nuovo la sua asticella. Così, piuttosto di cercare di chiamare tipo voodoo gli spiriti di artisti classici come The Cars, Springsteen o i New Order come era successo in passato, i Killers hanno abbracciato le influenze alt-pop contemporanee. Dopo aver traslocato a Los Angeles con i produttori Shawn Everett e Jonathan Rado dei Foxygen, hanno accettato di buon grado il suggerimento di invitare eroi indie contemporanei come Weyes Blood, conosciuta anche come Natalie Mering, e Adam Granduciel dei The War on Drugs, per l’atmosfera da tossico in macchina.
Il risultato è l’album più di rilievo, entusiasta e semplicemente migliore dei Killers da Sam’s Town del 2006, un album modernista di transizione che li vede scommettere il tutto per tutto per affrontare il futuro. “Abbiamo fatto un album completamente diverso da quello che avremmo fatto con la band al completo,” dice Vannucci, “e forse ci siamo presi più libertà, più occasioni rispetto ai tessuti sonori e anche alla composizione.”
Non che avrebbero rinunciato a lavorare con un paio di loro eroi. k.d. Lang interpreta l’interesse amoroso nella Peter Gabriel-canta-il-gospel di Lightning Fields, e quando stavano pensando a qualcuno che potesse dare il suo tocco alla chitarra nei minuti finali di Caution, è partita una chiamata a niente popò di meno che Lindsey Buckingham, ex Fleetwood Mac. “È stato surreale,” dice ridacchiando Vannucci. “Stiamo parlando di una persona che è praticamente responsabile del mio amore per la musica, e per la mia sensibilità musicale. È proprio lui che suona!”
“Esistono queste figure iconiche, quasi mitologiche, che ancora sono tra di noi,” aggiunge Flowers, “Bruce Springsteen, Bob Dylan, Don Henley, Peter Gabriel, e lui ne fa sicuramente parte. È stato davvero gentile, ci conosceva e ha tessuto le nostre lodi per essere stati in grado di continuare così a lungo e stare ancora assieme.”
Come tutti i candidati alle cariche più importanti della società, Flowers ha dovuto affrontare i lati negativi. Qualche settimana prima della pubblicazione di Imploding the Mirage, una ingegnere del suono ha ri-condiviso un blog del 2018 che riguardava un tour durante il quale aveva lavorato nel 2009. Una sera all’Eagles Ballroom di Milwaukee, ha scritto, l’ingegnere del suono principale ha detto via radio alla crew audio che c’era “una ragazza pronta nel Camerino A” e che potevano scrivere i loro nomi su una lista per poter essere chiamati “quand’era il [loro] turno”. Il messaggio del blog sosteneva che un addetto alla sicurezza aveva riferito che la donna era “svenuta e nuda” mentre il bus della crew se ne andava, e stavolta ha specificato che la crew coinvolta era quella dei Killers.
La band non era implicata, ma il loro team legale ha condotto un’indagine interna sulle accuse, interrogando la band, la crew e lo staff del posto. “Siamo stati in grado, grazie al cielo, di trovare la donna che si presumeva essere stata violentata,” dice Flowers, “ed è ancora fan dei Killers e, grazie al cielo, non è stata violentata. Lei e una sua amica erano al concerto e sono state invitate dal nostro ingegnere del suono, e hanno confermato che non è accaduto niente di illegale e non consensuale e che stanno benissimo. Per qualche motivo, che ancora non riesco bene a capire, una donna della nostra crew è stata spinta a credere che ci fosse stata una violenza da parte di diversi uomini e sono dispiaciuto per lei si sia dovuta portare questo dubbio per gli ultimi 11 anni, il pensiero che potesse essere successo tutto ciò.”
È consapevole che possano essere successe cose simili nei tour della band? “Non riconosco quel tipo di comportamento come possibile. Se vieni ad un concerto dei Killers, dopo il concerto puoi vedere Ronnie e un cane, potrebbero esserci dei bambini, c’è pizza, non c’è niente come… se hai letto la storia, sembra quasi presa da Mad Max o roba simile… Se la nostra crew facesse qualcosa di anche lontanamente simile, non chiuderemmo mai un occhio, Ronnie non lo farebbe, Mark non lo farebbe, Dave non lo farebbe, il nostro tour manager non lo farebbe, la nostra assistente tour manager, che è una donna ed era lì ai tempi, non lo farebbe. Nessuno della band e nessuno della crew che conosco permetterebbe mai che succedesse una cosa anche solo simile a ciò che si dice sia accaduto.”
Vannucci insiste sul fatto che la storia della lista dei nomi non sia mai successa, e lo staff del posto ha indicato che non ci sono stati segni di questo tipo di attività. Stanno dicendo che l’ingegnere del suono è stata vittima di uno scherzo interno da parte di quello che l’indagine interna ha definito come un “collega problematico” propenso a “commenti sessisti”? “Forse,” dice, “ma non sono nemmeno sicuro che sia successo questo. Questa cosa è stata un shock totale. Ho sentito che era nostro dovere arrivare al fondo di questa vicenda – se fosse stato vero, avrei voluto fare a pezzi le persone coinvolte. È allarmante pensare che saremmo potuti essere coinvolti in qualcosa di simile. Per cui sono stato contento di scoprire che non era stato nascosto niente e che era inventato.”
Questo tipo di “cultura delle groupie” esiste ancora? “Sono sicuro che esista ancora,” dice Flowers. “Forse non è così diffusa come negli anni ’70 e ’80 ma sono sicuro che esista. Non esiste nella mia band. Forse solo per il fatto che stiamo invecchiando, ma l’ambiente è diverso rispetto a quello in cui si potrebbe trovare una band giovane.”
L’indagine ha confermato “battute volgari” da parte di “una piccola parte della crew” in quel periodo, il tipo di comportamento che ha reso la musica rock un posto sgradevole e sgradito per le donne, in cui lavorare ed esibirsi. Non è ormai giunto il momento di cambiare quell’attitudine tossica nei confronti delle donne? “Sì,” Vannucci concorda. “Alla fine si tratta di una cultura meschina, che reprime le persone. Mi piacciono le battute ma quando si tratta di essere bigotti o maliziosi, la cosa diventa meschina. Non voglio che succeda nel nostro ambiente. Non l’ho mai visto, certamente non nella nostra organizzazione, che è stata per lo più un club dei maschi… siamo stati abbastanza bravi a condividere il lavoro con le donne, in maniera rispettosa. La nostra crew è composta da persone piacevoli e chiunque sia stato problematico in passato, anche se non ha creato problemi, è stato licenziato. Se non segui le regole finisce che te ne vai.”
Vannucci dice che la accuse “hanno mandato dei pericolosi segnali perché cosa fare se succedesse davvero?” Desiderosi di assicurare un ambiente lavorativo sicuro e inclusivo, la band afferma che comportamenti sessisti adesso portano al licenziamento e hanno promesso di includere una linea telefonica di aiuto nel materiale distribuito al team nei concerti futuri, una cosa che Flowers spera “possa essere presa come esempio da altre band e possa aiutare l’intera industria”. Che una band come i Killers – che, nell’almanacco di spudorata ingordigia rock non sono proprio al livello dei Mötley Crüe – trovatasi al centro di un dibattito sull’etica del rock’n’roll nel 2020 possa portare ad un cambiamento, segnala che nell’industria musicale dilagano attitudini datate e che la misoginia di vecchia scuola non sarà più tollerata.
Nel suo blog di risposta l’ingegnere del suono lo spera, e Vannucci è d’accordo. “La mia speranza è che le persone si trattino con più rispetto e gentilezza,” dice, ricordando un tour in Sud Africa in cui ha insistito perché un autista razzista fosse licenziato. “Ho il mio radar per le cazzate, per le merde, ed è sempre acceso… Dovremmo andare in giro dicendo ‘sì signore’ e ‘no signore’, tenendo la porta per le signore, ed essere rispettosi in generale. è giunto il momento.”
Questa esperienza ha fatto capire loro come funziona la cultura della cancellazione? “È una linea sottile,” dice Vannucci. “Credo che dipenda dalla situazione. Non voglio che nessuno si senta a disagio nel segnalare pericoli se ha un motivo per farlo, ma credo anche che si debbano fare indagini e, se si vogliono fare accuse, si debba essere sicuri che siano fondate e farle il prima possibile per risolvere il problema.”
Una piccola controversia non ostacolerà i Killers, però. Non c’è riuscita nemmeno la pandemia. Si sono goduti i momenti in famiglia durante la quarantena, e viaggi a Nephi, la piccola cittadina dove Flowers, adolescente timido e imbarazzato, si è innamorato per la prima volta di band come The Smiths e U2, prima di fiorire nel presentatore del rock con i denti più brillanti di Las Vegas, lo hanno ispirato a procedere a tutta velocità con il settimo album dei Killers.
“Sono stato punto dalla nostalgia,” dice, “strane vibrazioni e riflessioni sugli anni novanta, sull’essere un adolescente in una cittadina in cui mi sentivo senza speranze. Di solito questo è il periodo in cui sarei in tour a promuovere e celebrare l’album che abbiamo appena pubblicato, ma visto che tutto mi è stato tolto da sotto i piedi, sono tornato direttamente al piano e in studio. Sono stato piacevolmente sorpreso di scoprire che lo scrivere è come un muscolo che bisogna esercitare, massaggiare e rafforzare e di solito tutto questo si ferma quando si va in tour. È stato davvero interessante continuare a scrivere e sono arrivate un bel po’ di canzoni. Prevedo che il prossimo album arriverà molto presto.”
Anche Vannucci si sta mettendo a suo agio per una quarantena del rock di lunga durata, ed è d’accordo con Marc Geiger, direttore del Coachella, che gli eventi più importanti non ritorneranno prima del 2022. “Credo sia lo scenario più probabile in assoluto. A meno che non ci siano buone medicine o vaccini, le cose peggioreranno. La cosa ancora più preoccupante sono i danni irreparabili, non sappiamo ancora quali siano. Non sappiamo come sarà la situazione tra due anni. Conosco un triatleta, il covid lo ha colpito fortemente, è stato ricoverato, e gli fa male anche solo alzarsi dal divano per prendere qualcosa. Adesso è negativo, ma ha danni ai polmoni. Sono felice di starmene chiuso in casa, di limitare i viaggi e l’esposizione. Concerti senza conoscere bene questo virus è pazzia. Voglio essere sicuro di prendere decisioni in sicurezza perché potrebbe avere delle bruttissime conseguenze.”
Per una volta, i Killers guardano ad un’orizzonte dove la foschia è contaminata. Ma se continuano a far apparire Miraggi nella landa desolata del Covid, hanno il nostro voto.
Fonte—The Independent