È la canzone che dà il titolo all’album. All’inizio è stata sviluppata da Brandon e Mark, che però ha dato l’idea di partenza, e si addentra in territori oscuri nonostante il titolo richiami argomenti più gioiosi. Il messaggio che la canzone vuole trasmettere, infatti, è quello di speranza, che c’è sempre se si è disposti ad aspettarla. La batteria è stata registrata con uno stereo portatile mentre Ronnie suonava su vecchi dischi hip-hop e funk, poi le tracce sono state incorporate nella sezione ritmica della canzone.

È una canzone molto importante per Brandon, tanto che ha voluto spiegare al resto della band il significato del testo, cosa che non fa quasi mai; si tratta infatti di un urlo di battaglia dal punto di vista della moglie di Flowers, che soffre di Disturbo Post Traumatico da Stress.

Scritta a quattro mani con Ryan Tedder (cantante dei One Republic ma anche autore e produttore di canzoni di numerosi cantanti e band), è stata terminata con Jacknife Lee. A convincere Brandon a contattare Ryan è stato il suo lavoro per la canzone Every Breaking Wave degli U2, contenuta nell’ultimo album della band irlandese. È una specie di risposta a sua moglie e alle domande fatte in Rut, ed è la prima volta che due canzoni vanno così mano nella mano.

Prende il nome dall’incontro di box del 1990 tra Mike Tyson e Buster Douglas. Brandon ha confessato che è un evento a cui pensa molto perché Tyson era un suo eroe quando era piccolo, e quindi vederlo al tappeto ha messo in discussione la sua visione del mondo e gli ha fatto capire che nessuno è infallibile. Nel testo, arrivato alla terza strofa, sposta il punto di vista su di lui, facendo capire che i suoi figli lo vedono perfetto e lui non vuole deluderli.

È stata sviluppata su An Ending (Ascent), canzone strumentale di Brian Eno, e parte della colonna sonora del documentario del 1989 sulle missioni Apollo, intitolato For All Mankind. Inizialmente era stato negato alla band di usarla, ma grazie ad una telefonata fatta da Brandon a Eno è arrivato il suo via libera. Viene descritta come ‘trasognato synth-pop’ dai Entertainment Weekly. Ai cori ci sono anche i tre figli di Brandon, dato che il testo è dedicato alla moglie di Brandon stesso.

I grugniti che si sentono all’inizio sono del cane di Ronnie, Archie, mentre l’attore Woody Harrelson recita un brano tratto dal Vangelo di Matteo.
Il titolo scelto prende ispirazione dal quadro ‘The Calling of St. Matthew’ (Vocazione di San Matteo) di Caravaggio, che Mark stava studiando per un corso online e ha mostrato a Brandon. Il testo parla di un figlio che ritorna nella sua città per confrontarsi con suo padre.

È una canzone molto minimalista, come si può intuire dai live in cui Brandon l’ha accennata al piano (fino alla conferma del titolo si pensava si chiamasse One More Song). Alla chitarra un ospite d’eccezione: Mark Knopfler. Il titolo nasce da una domanda che Brandon ha fatto a Bono degli U2 in un momento di crisi di scrittura.