Vi proponiamo una breve carrellata delle prime recensioni di Runaways comparse sul web che danno l’idea di come sia stato accolto, immediatamente dopo la sua uscita, il nuovo singolo dei Killers.
Secondo NME “I Killers si ripresentano con il singolo di ritorno più ‘Killeriano’ che si potesse pensare di sentire” e “Runaways è il suono della band che riabbraccia il suo più intimo lato Springsteeniano. […]. Ci vuole un po’ di tempo per arrivarci – il coro non si fa sentire per quasi due minuti – ma sai dove è diretta a partire dalla linea di apertura Blonde hair blowin’ in the summer wind/Blue eyed girl playing in the sand. E quando quel coro finalmente arriva? Hoo, ragazzo. Tra un crescendo a mulinello, chitarre in stile Townshend, il racconto di Brandon di una storia d’amore andata male in una regione desertica trascende il cliché e invece ti rapisce con la pura esaltazione di tutto ciò accompagnata da pugni chiusi e vene gonfie”.
Fuse commenta la canzone con questa immagine: “È cromata, rockeggiante, un vero inno. Immaginate Bruce Springsteen e Flowers che corrono insieme mano nella mano in un grande prato del Kansas e il cielo che si apre e lascia cadere fulmini e una pioggia glitterata”.
Per Billboard “Runaways fornisce tutti gli indizi che Battle Born sarà un ritorno alla forma dei Killers”.
Stereogum la considera “un primo singolo tempestoso, un inno. Questa canzone ha proprio tutto quello per cui i Killers sono famosi: generosità synthpop , cori Springsteeniani” […]. E aggiunge: “Se avete un minimo di affetto per i Killers, probabilmente la amerete”.
Stereoboard pone l’accento anche sul cantato di Brandon e sulla sezione ritmica: “C’è un suono rock distintamente classico nella traccia, con racconti di amore adolescenziale, una classica favola americana. Musica americana è senz’altro quella che fa da sottofondo alla canzone, con una introduzione alla Tom Petty che lascia il posto a dei cori ispirati a Springsteen. Il cantato di Flowers è il più audace mai sentito, ed eseguire la seconda metà dal vivo sarà una sfida. La sezione ritmica svolge un ruolo più prominente che in Day & Age, e se Runaways è rappresentativa dell’album, anche in Battle Born sarà così. Lo stile militare della batteria esplode di vitalità, e sorprenderà un po’ di persone, così come alcuni sistemi di altoparlanti”.
Secondo Spin “la canzone richiama quella sensazione da pugno in aria da classe operaia tipica delle canzoni di Bruce Sprinsgsteen, che già caratterizzava il secondo album della band del Nevada, Sam’s Town del 2006. Come Flowers ha recentemente detto a Spin ‘Scriviamo canzoni che ci piace suonare’, e questa sfugge all’essenzialità del Nebraska a favore di una via di fuga aperta, che piacerà alla folla. C’è un fidanzamento, un bambino in arrivo, e percussioni assordanti che conducono ai cori lirici da arena del rock”.
Anche Entertainment Weekly ha buone parole per la canzone: “Quando metti un fulmine nel logo del tuo nuovo album, noi ci aspettiamo un primo singolo potente come i Power Rangers. Nella nuova canzone dei Killers […] la band ci arriva molto vicino – e ci ricorda quanto ci sono mancati. Runaways inizia delicatamente con alcuni essenziali accordi di piano e non molto altro, ma guadagna slancio più velocemente di quanto ti può ricordare il testo di Mr. Brightside. Quattro minuti dopo hai un rock galoppante nel deserto buono abbastanza da rotolare con il meglio del catalogo del quartetto di Las Vegas”.
Per finire questa veloce rassegna, Music Rooms scrive che “Il singolo ha sicuramente il suono dei Killers, ed è probabilmente una delle loro canzoni più importanti ad oggi”.