Rolling Stone [15-04-2018]
“È una serata fantastica per me” dice il frontman dei Killers parlando del loro tributo a due delle sue influenze formative durante la cerimonia a Cleveland.
Brandon Flowers, il frontman dei Killers, ha passato una gran notte sabato alla cerimonia della Rock and Roll Hall of Fame. La sua band ha aperto lo spettacolo con un’appassionata rivisitazione di “American Girl” come tributo al compianto Tom Petty, e ha fatto poi gli onori di casa nell’introdurre i Cars – una delle influenze più importanti di gioventù – alla Hall of Fame. Abbiamo parlato con il cantante per sapere cosa ne pensa della genialità di Petty, perché debba tutto ai Cars e molto altro.
Dimmi qual è stata per ora la parte più significativa della serata.
Abbiamo avuto due bellissimi momenti, ovviamente. Pagare tributo a Tom Petty che ha arricchito le nostre vite, e poi per me introdurre i Cars nella Hall of Fame, voglio dire, è una serata unica per me.
Le persone non si rendono conto di quanto Tom Petty fosse New Wave. Non lo si associa per niente a quel movimento, ma molti dei suoi video e anche le sensazioni che danno le canzoni e il modo in cui sono presentate erano molto New Wave. E poi ovviamente si è evoluto, ed è stato bravissimo a farlo.
Sì, non sembrava un artista vecchio quando è morto.
No. Infatti facevo riferimento a canzoni come “Square One.” Non è di tanti anni fa; era ancora ad alti livelli. E le cose che ha fatto con Mudcrutch. Era ancora un pozzo senza fondo che produceva grandi canzoni.
Hai passato del tempo con Tom?
No. Abbiamo avuto l’occasione di aprire per lui molto tempo fa ma poi non abbiamo potuto, e così non l’ho mai incontrato. È triste per me. Ma ho incontrato qualcuno degli Heartbreakers, e sono stati tutti gentilissimi, quindi mi viene da pensare che anche lui lo fosse. E poi, come dicevo, le sue canzoni sono eterne, e sono grato per quello che ha fatto.
Elliot Easton dei Cars ha detto che la parte più bella della serata è stata quando hai pronunciato il loro nome, e non sentivano un pubblico così grande da molto. Com’è stato per te quel momento?
Sono contento di averli introdotti. Mi sembra ieri quando mia madre si lamentava del volume che veniva dalle mie casse quando mettevo su i Cars. Ed era Elliot a suonare la chitarra. Non posso credere che siano passati 20 anni da quel periodo, ma sono stati la prima band di cui mi sono innamorato, e mi hanno messo sul sentiero giusto. In quel periodo il gangsta rap era di moda e tutti iniziavano ad ascoltarlo assieme al grunge. E quindi mi sembra che i Cars … siccome non mi sentivo appartenere a nessuna di quelle due scene musicali, mi hanno dato una casa e indirizzato verso una direzione che mi ha portato alla donna che ho sposato e alla vita che sto vivendo, e sono loro grato per tutto questo.
Hai detto qualcosa a Ric a proposito del tuo matrimonio, che cosa?
Tutto questo. Come ho detto, credo che anche la donna che ho sposato, sarebbe stata diversa se fossi stato influenzato dal gangsta rap. [Ride] O dal grunge. Le piace la stessa musica che piace a me, e siamo andati d’accordo grazie a questi gusti, quindi devo loro molto.
Hanno detto che erano molto contenti di sentire questa gratitudine attraverso la vostra musica, il loro sound portato avanti nel tempo per essere ascoltato da una nuova generazione.
Oh, sicuramente. Il matrimonio tra tastiere e chitarre. Voglio dire, i Pink Floyd l’hanno fatto bene, e anche gli Who, ma i Cars l’hanno fatto in modo perfetto. Ed è ancora una cosa che faccio fatica ad ottenere, ma che siamo riusciti in un paio di canzoni, e sono quelle che preferisco.
Fonte—Rolling Stone