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L’Imploding the Mirage Tour sta giungendo al termine e, almeno ad oggi, l’ultima data è prevista in Brasile a Dicembre all’interno del Primavera Sound São Paulo.

Durante quest’estate la band è stata occupata con date in Europa e Stati Uniti a partire dalla metà di Luglio.
Le prima due sono state entrambe a Minneapolis, con la prima come warm-up dopo quasi due mesi di pausa prima di dover affrontare il TC Summer Fest. Come sempre nelle date più intime la setlist riserva qualche sorpresa: oltre all’omaggio a Prince con la cover di I Could Never Take the Place of Your Man (riproposta anche il giorno successivo) nell’encore ha fatto capolino Under the Gun.

Le cose da questa parte dell’Atlantico, invece, non sono iniziate benissimo: il primo concerto del gruppo in Georgia ha portato una mezza crisi diplomatica quando la band ha fatto salire sul palco un fan russo per suonare la batteria durante For Reasons Unknown, e la situazione è poi sfuggita di mano quando, per placare i fischi e buu, Brandon ha cercato di far capire che per lui ai concerti dei Killers siamo tutti “fratelli e sorelle” (per i georgiani questo termine per definire i russi è offensivo, ndr.).

Il tour si è poi spostato un po’ più ad Occidente con tre festival: il Lovestream a Bratislava in Slovacchia, il Pukkelpop ad Hasselt in Belgio e il Zürich Openair a Zurigo in Svizzera, tutti con una setlist abbastanza tradizionale riservata per questi eventi.

E poi si salpa verso la terra di Albione, dove debutta il nuovo singolo Your Side Town. I primi a sentirlo live sono i presenti al Reading Festival (qui il video di tutto il concerto) e di lì in poi sostituisce boy in quasi tutte le date.

Le sorprese in setlist arrivano poi ad Edimburgo, complice la presenza di Johnny Marr ad aprire il concerto: l’ex The Smiths presta la sua chitarra sia per This Charming Man sia per When You Were Young, e due giorni dopo fa il bis a Belfast per Stop Me If You Think You’ve Heard This One Before.

Brandon e Johnny Marr al concerto di Belfast
Foto—Chris Phelps

L’ultimo concerto europeo si tiene all’Electric Picnic Festival in Irlanda, dove l’ospite per l’occasione è Mike Scott dei Waterboys, con cui la band suona The Whole of the Moon.

La carovana del tour percorre mezzo emisfero per arrivare nel cuore degli Stati Uniti rurali in quel del Kentucky, dove la band perde la clamorosa occasione di rispolverare dopo anni Leave the Bourbon on the Shelf al festival Bourbon & Beyond. Non manca invece l’omaggio a Bruce Springsteen al Sea.Hear.Now festival in New Jersey, dove i presenti si godono la cover di I’m on Fire acustica come coda di A Dustland Fairytale.

Il boss è involontariamente protagonista anche del primo dei due concerti a Reno, dove Brandon decide di tirare fuori dalla naftalina Here with Me proprio perché, confida nell’introdurla, Springsteen continua a chiedergli perché non la cantano più. Nell’encore c’è anche spazio per un duetto con il cantante country Joshua Ray Walker e la sua Cowboy.

E siccome “there’s no place like home” poteva mai mancare una tappa a Las Vegas? Ovviamente no, soprattutto quando si tratta di festeggiare la decima edizione del Life is Beautiful Festival, a cui la band aveva partecipato per la prima volta proprio nel 2013. Oltre alla classica Viva Las Vegas di Elvis, la band ha voluto anche rendere omaggio agli U2 (che di lì a qualche giorno hanno inaugurato il The Sphere) con una parte di Where the Streets Have No Name.

L’ultima tappa all’Ohana Festival vede sul palco due ospiti speciali: il primo è Eddie Vedder dei Pearl Jam, che è anche curatore dell’evento, che si unisce alla band per una cover di The Waiting di Tom Petty and the Heartbreakers, dedicata ai fan in prima fila dall’ora di pranzo; il secondo è Sammy Hagar, ex voce dei Van Halen, che duetta con Brandon su Why Can’t This Be Love.

Ronnie e Brandon con Sammy Hagar e Eddie Vedder
Foto—Chris Phelps

Tutte le setlist, foto e video sono disponibili nelle pagine dei singoli concerti.

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