Rolling Stone [03-10-2016]
Il weekend a Las Vegas comprendeva un set acustico, un giro turistico in autobus, e tanto altro
A qualche miglio di distanza dalla Strip di Las Vegas, venerdì sera il frontman dei Killers Brandon Flowers, con indosso un completo gessato, era tutto un sorriso davanti a una folla di amici, parenti e 1700 irriducibili fan, chiamati affettuosamente “Vittime”. All’ingresso della sala da ballo del Sam’s Town Hotel and Gambling Hall, ciascuna Vittima ha ricevuto in dono un fiore bianco e un timbro sul polso raffigurante la pecora delle Montagne Rocciose, animale ufficiale dello stato del Nevada.
“Che bello vedervi! Ma devo controllare le vostre credenziali”, ha scherzato Flowers con la folla incitante.
Non è stato un normale concerto nella loro città natale per i Killers, ma ha fatto parte di due giorni di celebrazioni organizzate per il decimo anniversario di Sam’s Town, il loro ambizioso e controverso secondo album che si distanziava dal loro debutto pop new wave del 2004 e dalle sue melodie danzerecce con un ampio ciclo di canzoni sia personali che concettuali.
Flowers è cresciuto all’ombra di quest’hotel, nella parte meno mondana della città, che nel weekend “Decennial Extravaganza” è stato personalizzato a tema Killers. All’interno del casinò, sui tavoli del blackjack e sulle fiche da 5$ campeggiava il logo dei Killers, e i loro video musicali venivano riprodotti in perenne rotazione sopra le slot machine da 1 e 5 centesimi. Un negozio temporaneo a tema vendeva gadget. I fan più agguerriti hanno avuto la possibilità di prenotare una gita in autobus in giro per i posti più rappresentativi nella storia della band.
Sul palco, la prima sera, con sicurezza di sé e teatralità Flowers ha richiamato alla memoria l’album multiplatino sotto una pioggia di coriandoli luccicanti, balzando in avanti sulla hit When You Were Young. Tra i grandi assoli del chitarrista Dave Keuning, Flowers cantava: “Sometimes you close your eyes/And see the place where you used to live/When you were young”.
Nel corso degli ultimi dodici anni, i Killers sono stati headliner al Coachella, all’Hollywood Bowl e al Wembley Stadium, ma in una location più modesta come la sala del Sam’s Town la band del posto si è ridimensionata. Il quartetto ha di nuovo interrotto la registrazione del nuovo album nei vicini Battle Born Studios per guardare indietro a un album amato dai fan che prende il nome da un casinò poco noto, che oggi per il batterista Ronnie Vannucci Jr. è “sinonimo di casa”. È stato una reazione alla popolarità improvvisa e a due anni di tour attorno al mondo seguiti alla pubblicazione di Hot Fuss (vincitore di tre dischi di platino), e dei singoli Mr. Brightside e All These Things That I’ve Done. “Siamo cresciuti molto in fretta in quei due anni”, ha spiegato Vannucci il giorno dopo, bevendo acqua frizzante messicana nel camerino della band al Sam’s Town. “Quando vivi con la valigia dietro per due anni, parlando con la gente e imparando cose, cominci a renderti conto di quanto sia diverso il posto da cui provieni”.
“Vegas sarà sempre la nostra casa. Sono nato qui e qui sono cresciuto,” dice il batterista, che adesso passa metà del tempo in California. E aggiunge ridendo, “avrò sempre una sorta di cordone ombelicale che mi lega a questo schifo di posto”.
La band festeggerà l’anniversario anche con una ripubblicazione di un sofisticato vinile di Sam’s Town, disponibile dal 7 Ottobre, distribuito dalla Bong Load Records. I concerti del finesettimana erano stati inizialmente proposti per gioco, dice Vannucci.
“Non è stata certo la prima idea assurda che ci è venuta in mente”, dice. “Non stiamo sempre su Twitter e i vari social. Penso che escogitare modi divertenti di stabilire una connessione con chi apprezza la tua musica e viene ai tuoi concerti sia una cosa bella e più personale. Richiede tanto lavoro ma alla fine è davvero divertente”. Tutto il ricavato è stato donato ad associazioni locali che si occupano di aiutare senzatetto e tossicodipendenti.
Un’ora dopo i Killers sono tornati sul palco, stavolta per un set semi-acustico speciale fatto alla luce del giorno per le Vittime che avevano acquistato un biglietto VIP. Su un palco in un cortile esterno alla sala principale, Keuning ha suonato la chitarra acustica, conferendo al set di due canzoni ulteriore intimità e calore. In quest’ambientazione più piccola, Flowers è stato meno frontman e più timido interprete, quasi tenero, a distanza così ravvicinata. Dopo aver suonato Human e When You Were Young ha sorriso mentre la band andava via salutando. “Ci vediamo dentro, allora”, ha detto ridendo. Subito dopo il set, i fan si sono affrettati a mettersi in fila per la performance principale della serata che sarebbe iniziata alcune ore dopo. In testa alla fila c’erano tre donne che la sera precedente erano in posizione centrale davanti alle transenne, e intendevano esserci anche questa sera. “Parliamo del mio gruppo preferito che suona il mio album preferito,” dice Nikki Hovekamp, 37 anni, di Los Angeles, mentre tiene in mano uno dei fiori donati. “È l’album migliore della storia: i testi, la musica, tutto. È un’esperienza emozionante”.
Quando i concerti celebrativi sono stati annunciati, la notizia si è sparsa velocemente tra le pagine social dei fan dei Killers. Molti hanno organizzato il viaggio ancor prima della messa in vendita dei biglietti. Hoverkamp ha comprato i biglietti per entrambe le serate.
“Sono rimasta estasiata”, ha detto del primo concerto. “Quando è iniziata la musica e si è alzato il sipario, mi sono immediatamente scese le lacrime”.
Al Sam’s Town, i posti in autobus per il giro turistico sono finiti in fretta. I giri sono stati gestiti dai fratelli Ryan e Rodney Pardey, amici di vecchia data che hanno assistito all’ascesa dei Killers sin dagli inizi. La prima fermata era il Cafè Roma, un locale in cui i Killers hanno suonato i primi concerti. Oggi è un fast food che vende kebab. Di fronte, ci sono ancora la University of Nevada e la sala prove del dipartimento di musica, in cui la band si infiltrava di soppiatto. Rodney è un amico che condivideva l’ossessione con Morrissey con Flowers prima che si formassero i Killers, e Ryan è stato il loro tour manager dalla barba rossa per cinque anni di tour, e occasionalmente compare nei loro video musicali. “Probabilmente ho bruciato alcuni anni della mia vita lavorando per questi ragazzi”, ha dichiarato sul bus suscitando risate, “ma ne è valsa la pena”. Il bus passa davanti all’allora sede di Tramps, un locale che ha ospitato i Killers e altre band, e al parcheggio del Wynn Hotel and Casino, dove all’epoca si ergeva l‘edificio che ospitava l’appartamento in cui abitava Keuning. Mr. Brightside fu scritta lì.
Dopo aver suonato tutto Sam’s Town, la band si è esibita in un’encore di hit e b-side. Tra queste la cover di Shadowplay dei Joy Division, registrata durante il periodo Sam’s Town per la colonna sonora di Control, il film biografico di Anton Corbjin sulla band britannica. Nella serata di sabato è stata interpretata tra una fitta nebbia e delle luci tetre dai colori blu e verde scuro. “Grazie al Sam’s Town per averci ospitato”, ha detto Flowers alla fine. “È davvero straordinario. Grazie a tutti per essere venuti da ogni parte del mondo”.
Tra il pubblico c’erano alcuni membri degli Imagine Dragons, un’altra band di Las Vegas vincitrice di Grammy e dischi di platino. Entrando nel casinò, il cantante Dan Reynolds ha definito Sam’s Town “uno degli album più sottovalutati di sempre” aggiungendo che i Killers sono stati un’influenza fondamentale per gli Imagine Dragons. “Un sacco di gente diceva che da Las Vegas non poteva venir fuori una band”, ha detto. “I Killers sono stati praticamente i primi che hanno reso Vegas popolare da quel punto di vista. La loro ascesa è stata uno dei motivi per cui abbiamo deciso di restare. Essere una band di Vegas vuol dire avere in sé un po’ di eccentricità, perché è una città davvero strana. Non c’è una vera cultura. La cultura è il vuoto della cultura. Gira tutto attorno ad alieni, turisti, casinò e luci. Vegas è un posto esagerato, anche in senso buono. E i Killers rappresentano bene tutto questo”.
L’afterparty ufficiale si è tenuto sul terrazzo, dove una ragazza di nome Felice LaZae era sul palco, con indosso un lungo abito nero. Sullo schermo alle sue spalle, l’immagine della copertina di Sam’s Town, scattata da Corbijn: la modella in bikini guarda verso l’obiettivo, e una pecora delle Montagne Rocciose seduta accanto a lei.
LaZae era una giovane assistente di produzione dello studio di registrazione del Palms quando i Killers iniziarono a registrarvi l’album. Un giorno le chiesero di posare per alcune foto, e finì sulla copertina. Ha raccontato di nuovo la storia sul palco e poi si è messa in bikini per ricreare il momento. L’ha definita come un’esperienza che le ha “cambiato la vita”, e poi ha iniziato un concerto in stile soul mordace che ricordava Amy Whinehouse. Le hanno regalato un disco di platino di Sam’s Town, che tiene esposto a casa. “Non avevo mai conosciuto una band famosa prima di allora”, ha detto dopo il suo concerto. “E sono la band migliore che potessi incontrare, perché sono stati estremamente gentili e premurosi. Hanno invitato tutto lo staff ad uscire con loro. Abbiamo visto i Depeche Mode assieme. E i Nine Inch Nails. È stata l’esperienza più bella di sempre. Pensavo sempre ‘Cosa succederà oggi?’: è stato meraviglioso”.
Il weekend è finito dove i Killers hanno iniziato: nei locali di musica rock di Vegas. Ryan Pardey gestisce un locale chiamato The Bunkhouse in zona downtown, dove si è esibito in un concerto a cui hanno assistito tre membri dei Killers (si parlava anche di una possibile presenza di Flowers, ma alla fine non si è presentato). Fuori dal locale il bassista Mark Stoermer firmava autografi e parlava coi fan.
Tra gli ultimi ad andar via, alle 4:30 della mattina, il chitarrista Keuning, che ha chiacchierato con vecchi amici e ha autografato qualsiasi cosa i fan gli mettessero davanti. Diceva che i concerti dedicati a Sam’s Town rientrano nel tema dell’album, radicato nelle loro esperienze come musicisti e cittadini di Vegas.
“È Vegas. È americano”, ha detto Keuning di Sam’s Town. Suonare l’album per intero è stato più divertente del previsto. Non è che mi mancasse più di tanto suonare alcuni di quei pezzi. Ma una volta saliti sul palco e dopo averle suonate tutte ho pensato ‘Caspita, è divertente’. Ci sono degli alti e bassi molto belli”.
Fonte—RollingStone.com
FOTO—ROB LOUD