Q Magazine [03-2017]
Il frontman Brandon Flowers racconta com’è la situazione arrivati a metà strada del nuovo album, più pesante e più maturo, del quartetto di Las Vegas
Quando vi abbiamo visti l’ultima volta ai concerti per il decimo anniversario di Sam’s Town in Ottobre, stavate per iniziare a registrare il vostro quinto album. A che punto siete ora?
Direi che siamo ad una bella solida metà strada. Abbiamo fatto dei bei passi in avanti di cui sono veramente grato!
Che è successo finora?
È stato difficile. Viviamo tutti in città diverse e uno dei primi passi che abbiamo fatto, a parte le canzoni, è stato scegliere il produttore giusto e si tratta di Jacknife Lee. È irlandese e vive nel Topanga Canyon in California, ed è stato di grande aiuto.
Come siete arrivati a lavorare con lui?
È stato un suggerimento di Bono quando sono stato a casa sua a Los Angeles il giorno della festa del papà.
Aspetta un attimo. Che ci facevi lì il giorno della festa del papà? Bono è tuo padre?
Mi sono appena fatto scappare un segreto! Beh, c’era una specie di festa. Credo fosse la festa del papà visto che era quel giorno.
OK, continua pure.
Bene, quindi mi ha suggerito di provare con Jacknife Lee, e così ho seguito il suo consiglio e alla fine ci siamo trovati molto bene con lui e ci stiamo lavorando assieme da quel momento.
Quanta influenza ha avuto sul nuovo album la rivisitazione di Sam’s Town?
Credo che sia stato un aspetto essenziale. Mi ha fatto ricordare quanto fosse coeso, si sente proprio la sua integrità. Abbiamo pubblicato Direct Hits dopo Battle Born e credo sia stato il capitolo conclusivo di un periodo, quindi adesso si stratta di reimmaginare i Killers come uomini. Persone con esperienze di vita e sangue sulle loro mani, e vedere come sembriamo con i calli sulle mani e righe attorno agli occhi.
Forse dovresti smettere di avere quella bellezza da ragazzino perché ciò avvenga.
Sì! Per questo ci vorrà del tempo.
C’è stata una canzone che ha aperto la strada all’album?
C’è una canzone intitolata Rut di cui siamo tutti entusiasti. Un’altra si chiama Run For Cover e viene da Day & Age, quindi ha otto anni. Ha preso vita con Stuart Price e ha ancora un po’ del suo stampo ma la stiamo rimaneggiando per attualizzarla di otto anni con un produttore diverso. Non ho mai finalizzato del tutto il testo ma credo che stavolta ci riuscirò. Credo che Run For Cover abbia buone chance [di far parte dell’album].
Dove state registrando?
Abbiamo fatto avanti e indietro tra Las Vegas e il Topanga Canyon. Abbiamo anche affittato case nel parco di Joshua Tree, a San Diego, abbiamo provato vari studi a Los Angeles con diversi produttori. Siamo stati un po’ dappertutto.
Come sono le nuove canzoni?
Il suono di alcune è il più pesante che abbiamo mai fatto, non che siamo la band più pesante del mondo, ma hanno una finezza che deriva dalla nostra esperienza. Ci sono anche cose molto belle. Dal punto di vista dei testi mi toccano molto da vicino.
Ci sono altre canzoni di cui possiamo sapere qualcosa?
Ce n’è una intitolata Tyson vs. Douglas [prende il nome dall’incontro di box del 1990 tra Mike Tyson e Buster Douglas, che sconfisse Tyson, fino a quel momento sempre vincente]. Non so perché ma ci penso sempre e finalmente ho provato ad affrontarlo in una canzone, e spiegare cosa significava avere questo mio eroe sconfitto, e tutto quello che successe da quel momento in poi. Lui viveva a Las Vegas, era Iron Mike Tyson, era così entusiasmante, e io vedevo la gioia che mia mamma e papà avevano quando stendeva al tappeto i suoi avversari. Ha avuto una specie di effetto su di me perché mi ritrovo a pensarci spesso.
Cosa altro hai fatto?
Mio figlio Gunnar ha tolto le rotelle dalla bici. È stato un gran trionfo a casa. All’inizio era un po’ riluttante ma impara in fretta. C’è stato un incidente in cui è andato a sbattere con il viso contro il paraurti posteriore della mia macchina, ma stava bene. Alla fine ha imparato e quindi cammina a testa alta in casa.
Congratulazioni Gunnar! Buona fortuna con il resto dell’album.
Grazie! Mi sento davvero sicuro di molte canzoni in questo momento. Voglio continuare così.