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Dopo il mancato live instagram da Madrid di Luglio, Brandon e Ronnie sono riusciti a collegarsi ieri, 3 Agosto, dalle loro rispettive case.

Qui sotto il video completo della diretta, dove Ronnie mostra anche alcune delle verdure del suo orto e fanno capolino sua mamma e sua moglie, seguito da un riassunto della chiaccherata.

Il punto focale della diretta è soprattutto boy, a partire dalla copertina in cui il titolo ha la b minuscola. Brandon ha ammesso di essere di solito un po’ pedante sul fatto che i titoli debbano avere la lettera maiuscola ma, quando Anton Corbijn ha mandato la prima bozza con la foto per la copertina e il titolo era in arancione con la b minuscola, è rimasto a rifletterci un po’ e poi ha capito che ci stava benissimo.

Anton Corbijn era già stato scelto per curare la copertina del nuovo album, ma quando è servita quella per boy ancora non avevano scattato foto con lui (le hanno poi fatte a Luglio in Belgio, ndr.). Brandon si è ricordato di questa foto, dal servizio fotografico del video di All These Things that I’ve Done, che non era mai stata pubblicata, era già opera di Corbijn, rappresentava a pieno la canzone e calzava a pennello con le foto scattate adesso.

Ricordano poi come boy sia stata presentata per la prima volta dal vivo, e ciò non succedeva con un loro singolo dal 2008, quando durante il tour estivo precedente alla pubblicazione di Day & Age, avevano già iniziato a suonare Spaceman (seppur in una forma che è poi stata cambiata in studio, ndr.)

boy è stata la prima canzone che hanno scritto dopo l’inizio della pandemia, ed è stata quella che ha riportato Brandon indietro nel tempo a Nephi, per dare poi via alla nascita di Pressure Machine. Assieme a Shawn Everett avevano provato a farne una versione che mantenesse l’elemento più ‘dance’ ma con un ritmo più rock e serrato per poterla includere in Pressure Machine, mentre è diventata l’archetipo per le canzoni del prossimo album. A Brandon ricorda un po’ la creazione di Human, che è stata molto veloce, ed è nata com’è, non c’erano altri modi di lavorarla.

Con riguardo alle ‘white arrows’ menzionate nel testo, Brandon dice che per lui è stato un contrasto fortissimo traslocare da Las Vegas ad una cittadina come Nephi, non c’erano neanche semafori ai tempi e quando i negozi chiudevano e il sole tramontava era tutto buio. A 16 anni non gli importava che ciò gli permettesse di poter vedere al meglio le stelle, pensava solo a questo buco che aveva dentro perché non era più a Las Vegas, e voleva rivedere le luci della città. Queste frecce bianche che spezzano l’oscurità sono ciò a cui si aggrappa questo ragazzo, nel suo caso, pur non capendolo ai tempi, erano molte: due genitori che si amavano, un’infanzia felice, la musica, le lezioni di piano, il tempo a giocare a golf. Adesso sono diventate, ovviamente, la moglie e i figli, le canzoni che scrivono, i concerti che suonano.

Si passa poi alla storia di come sono nate le tastiere personalizzate di Brandon. La prima è stata decorata con gioielli finti attaccati con la colla a caldo quando hanno saputo che David Bowie sarebbe stato presente al loro concerto a New York. Poi c’è stata quella di Sam’s Town con un artiglio che stringe una palla e una con le corna, e successivamente la K, che lateralmente è decorata con un motivo che si potrebbe trovare agli hotel Gold Coast o Sam’s Town di Las Vegas. Da lì ogni album è stato rappresentato da un simbolo: il lampo per Battle Born, il simbolo dell’Uomo per Wonderful Wonderful, e infine il simbolo dell’infinito e dell’eternità per Imploding the Mirage, visto che il motivo trainante dell’album sono due persone che diventano una ed eterna.