Skip to main content

Spin [11-2004]

I Killers sono gli ultimi di una serie di band determinate a recuperare dai cestini della spazzatura del 1984 sintetizzatori e finti accenti britannici. L’eccellente album di debutto del quartetto di Las Vegas, Hot Fuss, che comprende il loro singolo di successo Somebody Told me, sembra come se i Joy Division avessero preso a prestito gli occhiali da sole Wayfarer dei Duran Duran ed avessero registrato un album sotto le pulsanti luci a neon sul tetto del Casino Hotel The Palms di Las Vegas. Abbiamo incontrato il cantate/compositore/tastierista Brandon Flowers, 23 anni, per discutere della sua infanzia, l’amore per il rayon, il suo passato da paffuto fattorino e perché Las Vegas è una desolazione culturale.

Sei cresciuto nella Utah e poi ti sei trasferito a Las Vegas. Perché la tua famiglia si è trasferita?
Veramente sono nato a Las Vegas. I miei parenti si trasferirono nello Utah quando avevo 8 anni perché dopo 40 anni a Las Vegas se ne erano stancati. Siamo finiti a Nephi, una cittadina veramente piccola nello Utah.

Come sei rimasto coinvolto nella musica vivendo in un posto così lontano?
Ho un fratello che ha 12 anni più di me, lui era patito per i Cars, Beatles, Morrissey ed i Cure. Guardava sempre Rattle and Hum degli U2 ed i video di Morrissey. Mi intrufolavo di nascosto nella sua camera quando era a scuola. Aveva i poster più fighi, come quello dei Cure della copertina di The Head on The Door, dove hanno le facce dipinte. Quando la mia bisnonna morì, non è andato al funerale. Eravamo tutti in macchina aspettando Shane (il fratello) ma non si è mai presentato. Mia mamma è entrata in casa ed ha strappato a metà ogni singolo poster dalle pareti, sapeva che era la cosa peggiore che potesse fargli.

Las Vegas e lo Utah sono due posti tradizionalmente non rinomati per la loro cultura sofisticata. Che tipo di impatto ha questo su una band?
Potrei beccarmi una pallottola per la mia affermazione, ma non credo che avere un museo nella tua città ti renda migliore di qualsiasi altra persona. Sono veramente stufo di questo atteggiamento. Forse sono solo ignorante, ma siamo cresciuti bene senza tutto ciò. Voglio dire, puoi guardare dei film e leggere libri, e c’è la musica, devi solo cercare. Abbiamo fatto tutto da soli.

Quale gruppo ti ha ispirato a fare musica piuttosto che ascoltarla solamente?
The Cars. Ho comprato il loro Greatest Hits quando avevo 12 anni. Era davvero strano perché tutti gli altri ragazzi compravano i cd dei Tool e dei Nirvana ed io compravo i Cars e Psychedelic Furs. Ero un ragazzino piuttosto alienato.

Com’è la tua famiglia?
Mio papà ha lavorato per 35 anni in un negozio di frutta e verdura. Mia mamma ha fatto la babysitter e ci ha cresciuti. Ho 4 sorelle ed un fratello, io sono il più piccolo.

Che cosa hai imparato crescendo con 4 sorelle più grandi?
Ho imparato la differenza tra le brave ragazze e le cattive ragazze. Quest’ultime, posso riconoscerle appena le vedo.

Parlando di cattive ragazze, come è vivere in una città dove ci sono così tante spogliarelliste?
Beh, ricordo che durante le lezioni di Inglese in classe alcune ragazze dietro di me parlavano di quando avrebbero compiuto 18 anni e sarebbero state abbastanza grandi per poter fare le spogliarelliste. Non era poi così strano all’epoca.

Sei nato nel 1981. Cosa ricordi esattamente degli anni ’80?
Ricordo un sacco di roba strana da hip-hop, come le magliette in rayon..ne avevo un paio. Ero davvero straziato quando avevo 8 anni perché avevo una sorella a cui piacevano i New Edition. Cercava sempre di infilarmi in camicie di rayon mentre mio fratello mi faceva ascoltare i Cars.

Se potessi fare un CD compilation di musica di tuoi contemporanei, chi includeresti?
I White Stripes ci sarebbero di sicuro, The Strokes, Franz Ferdinand, Yeah Yeah Yeahs, Kings of Leon; questi sono i miei preferiti.

E che mi dici degli Interpol e the Stills?
Ci puoi mettere anche gli Interpol. Non mi piacciono the Stills.

Spin una volta ti ha descritto come un ex Mormone. La religione è importante nella tua vita?
È molto importante, voglio dire, è importante nella vita di ognuno. La religione è la ragione per cui abbiamo una morale. Veramente sono un Mormone, non un ex Mormone. Bevo e fumo occasionalmente, ma ci sto provando (a smettere), sono umano.

Come hai bilanciato la religione con il crescere nell’epicentro della decadenza e poi diventare una rockstar?
A volte può essere veramente dura. La band ci è abituata, Ronnie, il nostro batterista, è andato a scuola con ragazzi che sono Mormoni. Nessuno di noi è un animale da party, credo che la nostra amicizia sia il miglior modo in cui posso contenerla. È ciò con cui sono cresciuto, perciò so cosa ho bisogno di fare.

In quale situazione sarebbe difficile resistere alla tentazione?
(Balbetta) Non lo so, se vedo delle droghe o delle ragazze troiette o qualcosa del genere, potrebbe essere solo io che mi allontano…. Non so se è solo un mio modo per dire “me ne vado a letto ora” o se è perché sono stato cresciuto da Mormone.

Recentemente i Killers hanno aperto un concerto di un tuo eroe, Morrissey. È vero che una volta, quando eri un fattorino al Golf Coast Hotel, hai rovistato nella borsa contenente dei CD di proprietà di uno dei componenti della band di Morrissey? Confessa!
È vero, l’albergo ospitava un sacco di convention di rockabilly ed il chitarrista di Morrissey, Boz Boorer, veniva sempre. L’ho potuto conoscere un pochino. Una volta mi ha chiesto di tenergli in custodia la borsa mentre andava a prendere un drink. Non avrei dovuto farlo e mi sento ancora male al pensiero, ma ho rovistato dentro un suo bagaglio. Volevo solo vedere cosa ascoltava Boz. Su uno dei cd c’era scritto “The Album” e conteneva tutte le tracce di You Are The Quarry. Sapevo che stavano registrando un nuovo album e ho riconosciuto i titoli delle canzoni. Ho chiamato Ronnie e lui le avrebbe copiate su cd perché il disco non sarebbe uscito per mesi ancora. Ma poi l’ho inserito nel lettore CD al lavoro ed era solo musica, senza le parti vocali, quindi ho richiamato Ronnie e gli ho detto di non disturbarsi.

Ti sei descritto come un ragazzino paffutello patito di golf dello Utah che non era mai stato baciato sino a quando non si è trasferito a Las Vegas. È così che ti vedi, è strano diventare all’improvviso una rock-star rubacuori?
È sempre stato in me, mio padre è un grande sognatore quindi l’ho preso da lui. Il golf era tutto per me quando ero un teenager, era quello che volevo fare. Ma si, la transizione (ad oggi) è stata strana. Ho sempre voluto avere tutto questo.

Per concludere, vogliamo testare la tua devozione agli anni ’80 con un quiz.
(Ride) Okay.

Quale canzone dei Cars suona in sottofondo quando Phoebe Cates esce dalla piscina nel film “Fuori di Testa“?
È “Living in Stereo“…Aspetta!!!…”Moving in Stereo“!

Esatto. Di chi è “Turning Japanese“?
Posso cantarla ma non so di chi è.

The Vapors. Da quale canzone è tratta questa frase: “Looking out a dirty old window/Down below the cars in the city go rushing by“?
Oh la conosco quella canzone, ma so solamente il ritornello!

È “Kids in America” di Kim Wilde. Qual è il titolo dell’album di esordio dei Frankie Goes To Hollywood?
Non lo so. Relax?

Sbagliato. Quello era il primo singolo. L’album si chiamava “Welcome to the Pleasuredome
(Ride)…Sai, mi piacciono altrettanto David Bowie e gli anni ’70!

FonteSpin Online