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Glastonbury Festivals [18-06-2005]

È stato un anno febbrile nella vita dei Killers. Nell’arco di 12 mesi si sono assicurati un album dalle vendite all’apice, un’infilata di hit, e una reputazione come una delle band più eccitanti emerse dagli Stati Uniti negli ultimi anni. Con una miscela curiosa e che dà assuefazione di rock guidato dalla chitarra e melodie influenzate dall’electro-synth anni ’80, combinato con liriche intelligenti e spesso ossessionanti (come nel bellissimo costrutto di Smile Like You Mean It), Brandon Flowers e Co. hanno emanato uno stile che promette di continuare a essere un elemento della scena musicale britannica per molti anni a venire.

Non ci sono dubbi che Flowers sia un frontman accattivante. Sul palco associa energia e mistero,e sareste perdonati per aver creduto che dietro questi grandi occhi da bambino c’è qualcos’altro in agguato; qualcosa che è destinato a mostrarsi solo attraverso la musica. All’età di ventitré anni, Brandon Flowers ha già ottenuto ciò che molti uomini della sua età possono solo sognare: donne che vogliono stare con lui e uomini che vogliono essere lui.

Cantante di uno dei più acclamati gruppi dell’ultima decade, Flowers è il primo dei membri della band ad avvicinarsi a noi; porgendo la mano, ci riceve con un cantilenante accento americano che è un tono sorprendentemente più timido di quanto ci si possa aspettare dal cantante di una band il cui stile unico li ha spinti dalla stampa musicale alle altezze della fama di star del rock e li ha piazzati a fianco di alcuni dei migliori artisti del mondo. Vestito con quello che potrebbe essere considerato il suo abito dal palco – una combinazione di maglietta e jeans meno sgargiante rispetto al suo ben documentato blazer rosa e al cravattino – Flowers è decisamente più soddisfatto di quanto non l’abbiamo mai visto prima.

Con canzoni come Mr Brightside e Somebody Told Me – questo intreccio di musica indie incrociato con buon, vecchio rock and roll ancora una volta sta diventando l’inno dei ragazzi indie – la band è già vicina a realizzare il suo sogno di pubblicare materiale, specificatamente una o due melodie-icona che rifiuteranno di essere dimenticate, che li proietterà nella mentalità della nazione e darà loro un riconoscimento normalmente associato ad artisti rinomati di importanza mondiale, come i loro idoli U2.

Se la loro prova al Glastonbury dell’anno scorso era una premessa, l’evento di quest’anno è ancora una volta da non perdere. Il palco John Peel non aveva mai visto una tale folla negli anni: circa 10.000 fan adoranti con i pugni in aria che cantavano assieme ai Killers tutti i loro principali successi. L’entusiasmo è stato mantenuto vivo dal pubblico eccezionalmente grande anche quando le luci del palco non hanno funzionato, facendo piombare la band quasi nell’oscurità mentre suonava il suo miglior fino a quel momento. Inutile dire che sia la band sia i produttori TV del festival sperano che ciò non si ripeta quest’anno durante il turno dei Killers sul Pyramid Stage.

Come la maggior parte della gente che lo segue, Brandon Flowers è stato affascinato dal grandissimo evento che è il festival di Glastonbury. Parlando con un’aria di cautela e sogghignando timidamente, il frontman dice “Glastonbury è stato meraviglioso, non so davvero cos’altro dire. Siamo arrivati lì un giorno dopo essere atterrati a Londra ed è semplicemente pazzesco essere immersi in tutto questo nel mezzo della campagna inglese. Per noi è iniziato a succedere tutto negli ultimi due mesi e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare mentre eravamo sul palco era che questo è proprio il tipo di accoglienza in cui abbiamo sempre sperato. È incredibile che adesso tutto questo stia finalmente capitando a noi“.

È sorprendente che sebbene i Killers siano riusciti a ottenere un tale successo, l’enormità della loro popolarità in Gran Bretagna sembra rimanere inaffondabile. Quando chiedi perché pensa che la band abbia trovato l’oro nel Regno Unito, Flowers sorride e replica “Penso che il fatto che abbiamo un sound veramente British nel nostro stile può essere una ragione per cui il pubblico in Gran Bretagna ha apprezzato così tanto la nostra musica. Penso che a queste persone piaccia proprio la buona musica pop e speriamo sia quello che gli stiamo dando“.

Allora, hai dei consigli di sopravvivenza per il festival, Brandon?
Siamo tutti dei novellini a questi festival, sono io quello che ha bisogno del consiglio.

Cosa senti che la band si sia sviluppata dal suo iniziale debutto?
Stiamo suonando molto di più e siamo probabilmente più uniti durante i concerti. Siamo sicuramente un po’ più grezzi dal vivo rispetto alle registrazioni in studio. Speriamo di fare un buon spettacolo. Non c’è molto altro che si possa fare. Troppi spettacoli si basano su trucchi vari durante parte delle loro performance, ma mi piace come siamo organizzati, perché è una cosa, usciamo e cantiamo le nostre canzoni.

Ci sono stati molti servizi sulle riviste riguardanti il gruppo nei mesi recenti. Quasi tutti sono positivi ma c’è inevitabilmente sempre qualcuno pronto a fare del suo peggio. Come tu e gli altri membri della band affrontate i livelli di consenso che avete ricevuto?
Non so. Suppongo che sentiamo la pressione un po’ di più adesso, ma penso che, stranamente, tutti noi lo trovavamo più difficile da affrontare quando cercavamo di farci notare dalla gente agli inizi. Abbiamo provato così duramente a convincere la gente e dobbiamo continuare a farlo anche adesso. Ci sono certamente persone a cui piacciamo, quindi per quanto ci riguarda, deve essere un buon segno!

Smile Like You Mean It è stata la prima release dei Killers in UK per cui le vendite tramite download hanno contato come parte della posizione della classifica ufficiale. Qual è la tua opinione sulla musica da scaricare?
Penso che tutto vada bene. Le persone lo fanno con iTunes adesso, scaricano e pagano per questo. In America molte persone hanno scaricato il nostro album da iTunes, e questi download vengono contati per le vendite. Suppongo che finché quello che si scarica è misurabile e ti permette di conoscere che tipo di risposta hai ottenuto, allora va bene. Non lo vedo come un grande problema in generale, ma capisco perché le persone sono preoccupate al riguardo e perché si debba prendere delle precauzioni.

Chi ti è piaciuto di più a Glastonbury 2004?
Paul McCartney era il cantante principale che volevamo vedere, ma naturalmente mi sarebbe piaciuto aver visto gli Oasis. Purtroppo non eravamo in giro per il loro set. Se invece vogliamo parlare dei gruppi britannici, abbiamo fatto un tour con i British Sea Power, che io amo. È stato un bel tour. Ci sarebbe molto da raccontare ma è tutto troppo noioso da condividere. Siamo ragazzi che si comportano bene e la gente conosce già tutto quello che c’è da sapere su di noi.

…E con una lunga e suggestiva smorfia Flowers ci lascia: facendoci pensare che forse non sono veramente gli onesti, ben educati giovani che dimostrano di essere. O forse sì. Senza dubbio lo capiremo con il festival di Glastonbury di quest’anno.

FonteGlastonburyFestivals.co.uk