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Metro [30-08-2009]

Brandon Flowers onora Cyndi e porta un pò di Las Vegas ovunque.

Quello che succede a Las Vegas non sempre deve rimanere a Las Vegas. Brandon Flowers, cantante dei Killers, sembra deciso a cambiare il famoso slogan turistico e a portare l’estetico showbiz della Città del Peccato della sua band a tutte le persone che ascolteranno.
Dopo aver venduto in tutto il mondo più di 2,6 milioni di copie del loro ultimo album, i Killers stanno per partire con la seconda leg degli Stati Uniti in supporto a Day & Age, che è uscito lo scorso novembre.

Non diventa frustrante portare in giro lo stesso album dopo che lo avete già per quasi un anno?
Cominci a diventare un po’ come una macchina, ma siamo una macchina molto ben oliata. Sappiamo suonare bene queste canzoni. Voglio dire, è stato un sacco divertente. Abbiamo fatto molti spettacoli grandiosi. Ho l’impressione che abbiamo un po’ trascurato la nostra terra natìa, e probabilmente c’è molta gente che non ha ancora potuto vedere un concerto. È un gran bello spettacolo. È eccitante. Mi piace com’è allestito il palco. Mi sembra che stiamo portando un po’ di Las Vegas ovunque andiamo. Sono sempre orgoglioso di questo.

Le venue sono più grandi in questa leg del tour.
Siamo sempre stati coscienti di questo. Vogliamo suonare nel posto da cui veniamo, ma non vogliamo arrivarci troppo in fretta, così stiamo in qualche modo procedendo a piccoli passi…Il nostro primo album ha venduto molto e avremmo potuto andare in giro e suonare nelle arene ma volevamo che fosse più un’evoluzione. Si è sicuramente parlato di suonare in posti più grandi durante il nostro primo album, ma sapevo di non essere pronto. Abbiamo cominciato a essere davvero sicuri di noi, penso.

Manterrete tutte le particolarità della scenografia che hanno caratterizzato la prima leg, come le palme, le bolle, le scintille, e le insegne al neon giganti?
Penso di si. Spero anche un po’ di più. Voglio dire, è nel nostro sangue, immagino. Veniamo da Las Vegas. È l’arte di intrattenere il pubblico. È gi bello poter suonare le proprie canzoni, e se riusciamo a suonarle e a mettere su uno spettacolo, possiamo farlo altrettanto bene.

Quante giacche con le piume di fagiano hai?
Ne ho circa cinque diverse. Non è sempre la stessa.

Stavo parlando con un amico su come i negozi come Urban Outfitters adesso tengono magliette logore che io ottenevo lavorando, e adesso assolutamente tutti possono averle. Quale potrebbe essere la tua reazione se H&M cominciasse a tenere giacche per uomini con le piume sulle spalline?
(Ride) Penso che sarei orgoglioso.

Cammineresti mai per strada indossando queste cose?
Oh no. Non potrei farlo.

Una delle cose che mi ha impressionato dei vostri concerti è che continuate a suonare Shadowplay, la cover dei Joy Division che avete fatto per Control, il film del 2007 di Anton Corbijn. Benché mi piaccia quello che avete fatto con quella canzone, avevo pensato che l’aveste fatta come un favore e che ve ne foste quasi dimenticati.
Sono stato molto influenzato dai New Order, non altrettanto dai Joy Division, ma quello che abbiamo fatto per quella canzone è stato provare a re-immaginarla, non solo come avrebbero potuto fare i Killers, ma quasi come dei Joy Division evoluti avrebbe potuto farla, quasi nella direzione in cui sono andati i New Order. Così è stato davvero divertente, ed è venuta fuori bene, e ogni volta che la suoniamo vorrei che fosse nostra, ma il pubblico la ama, e noi siamo molto contenti di come è venuta fuori. Qualcuno la odia.

Chi la odia?
Una volta l’abbiamo suonata agli NME Awards. Non me l’aspettavo, ma un ragazzo è andato da Dave e ha detto “Penso che la vostra cover di Shadowplay sia peggiore del posto da cui i Joy Division hanno tratto il loro nome“. E Dave l’ha fatto finire gambe all’aria.

La cosa si è conclusa a pugni?
Si, ma nessuno ha scattato foto della scena.

È quasi come se con la canzone e il “wooo” che avete fatto, abbiate voluto dare ai Joy Division un po’ di gioia che non c’era mai stata prima.
(Ride) È qualcosa, beh, stavo dando corda a Bernard Sumner.

Allora siete stati ingaggiati direttamente dai New Order per fare specificamente questa canzone?
Da Anton Corbijn, è la sua canzone preferita dei Joy Division. Proviene dal periodo in cui erano chiamati Warsaw. Desiderava che facessimo noi questa canzone, e abbiamo avuto il benestare della band. Tutti loro sono davvero dei bravi ragazzi. Sono sempre stati buoni con noi.

Parlando di gioia, ho letto da qualche parte che tu hai detto qualcosa a proposito dei Nirvana che toglievano il divertimento dal rock’n’roll.
(Mugugna) Oh, si.

Molti ti chiedono questa cosa?
(Sospira) No, è che in qualche modo l’hanno fatta sembrare come una cosa terribile che ho detto. Quando la trascrivi, non suona molto bene, lo so. Immagino che la mia intenzione fosse solo di dire che quella musica non è stata molto colorata, ed è davvero così.

Beh, chi è colorato tra quelli che ascolti ultimamente?
Proprio adesso mi piacciono i Chairlift, e i Bronx. Lo sapevi che i Bronx hanno registrato con una band di mariachi?

Non ne avevo ancora sentito parlare.
Loro sono una specie di gruppo più cattivo, e hanno sempre avuto un lato melodico, ma non si sono dati restrizioni con i mariachi e hanno prodotto questo bellissimo album e le canzoni sono davvero solide e il tutto suona molto autentico, e loro indossano completi…Vediamo, cos’altro sto ascoltando? Ronnie suona sempre Tom Petty. Parliamo sempre di Dave Stewart e Jeff Lynne.

Davvero? Insieme? I misteriosi uomini con la barba?
Non sapevo che Jeff Lynne continuasse a fare qualcosa, ma ha lavorato all’ultimo album di Regina Spektor. Si, ha fatto alcune delle canzoni che ci sono in quell’album, e mi piace quello che ha fatto con Tom Petty.

Avete in programma qualche cover degli ELO?
Lo so che faremo un album di cover, alla fine, e ognuno di noi sceglierà due o tre canzoni. E Ronnie inevitabilmente sceglierà una canzone degli ELO.

Cosa sceglierai tu?
Non riesco ancora a decidere. La mia lista cambia ogni volta, ma so che voglio fare Girls Just Want To Have Fun. L’abbiamo fatta live, ma era stata scritta per essere cantata da un uomo, in origine. Ho imparato questa cosa da Pop Up Video (un programma di VH1). Ed è geniale, perché è davvero arrogante, perché i genitori di questo ragazzo gli chiedevano vuole farne della sua vita e la sua risposta è stata proprio “Le ragazze vogliono solo divertirsi”. Ma Cyndi Lauper l’ha resa davvero meglio di quanto avrebbe potuto fare chiunque altro, ma ho sempre pensato che sarebbe stato divertente. Mi piace anche Stretch Out and Wait degli Smiths. È stata la prima volta che ho notato qualcosa di sessuale nella musica, e mi è sempre rimasta impressa. Mi sentivo quasi colpevole quando la ascoltavo, ma mi piace. È una bella canzone.

Voi ragazzi provate materiale nuovo mentre siete in tour?
Non proprio. Io sto sempre scrivendo canzoni, ma negli ultimi due mesi abbiamo avuto un sacco di festival e così non avevamo tempo da perdere con i soundcheck. Abbiamo scritto una canzone di Natale con i Wild Light, quella band dal New Hampshire. Ogni anno facciamo una canzone di Natale, e ogni anno è un duetto. E quella di quest’anno si chiamerà Happy Birthday, Guadalupe. Penso che sia la nostra migliore canzone di Natale.

Immagino che se è pronta adesso l’avete registrata quest’estate. È strano fare una canzone di Natale a luglio?
(Ride) È divertente. Devi davvero usare la tua immaginazione. Quello che ho notato a proposito delle canzoni natalizie finora è che c’è una sorta leggerezza nello scrivere una canzone di Natale. Non c’è molta pressione. La scriviamo e la offriamo in beneficienza. E c’è una qualità nelle nostre canzoni natalizie che vorrei avessimo anche in altri ambiti. Credo che pensiamo troppo quando stiamo facendo un album. Se torni indietro e ascolti la prima, si chiama A Great Big Sled e la seconda è Don’t Shoot Me Santa. Voglio dire, queste canzoni potrebbero distruggere le radio rock se non riguardassero il Natale.

Una cosa che non c’entra niente, mi sono sempre chiesto cosa fai per riscaldare la voce.
Non ho mai preso lezioni per tutto questo tempo, e finalmente ho cominciato a prenderle.

Quando?
Circa un anno fa.

Wow! Di recente?
Si, c’era questo ragazzo a Las Vegas, di cui non ricordo il suo nome, odio questa cosa. In ogni modo, vado da lui e ho passo un’ora con lui e registro tutto su un cd, e quindi posso scaldarmi o se ho un giorno di pausa posso fare quegli esercizi. Ma di base faccio solo una serie di rumori imbarazzanti.

Cosa ti ha fatto dire “Bene, sono un cantante professionista, immagino che dovrei prendere lezioni di canto”?
Beh, si, penso che si tratti di questo. Avevo capito che questo è il mio lavoro. Voglio dire, mi piace, amo la musica, e non lo sento come se fosse il mio lavoro, ma è con questo che mi prendo cura della mia famiglia. E se posso fare meglio qualcosa, allora devo farla meglio.

Qualche altro membro della band, tipo Ronnie, ha detto “Uh-oh, Brandon sta prendendo lezioni di canto, immagino che questo significhi che io dovrei prendere lezioni di batteria”?
(Ride) No, ma tutti si esercitano. Ed è qualcosa che lui fa da quando era un bambino. Per me continua a essere una cosa abbastanza nuova.

In una frase, perché fai quello che fai?
(A se stesso) Perché faccio quello che faccio?

Non è così semplice, immagino. Scusa.
Si, davvero non so perché lo faccio. C’è sempre la risposta stereotipata da dare, che io non ho, sai la storia del “sono stato scelto” o tutte quelle stupidaggini. O “Se non lo faccio, potrei morire”. (ride) Perché non morirei, probabilmente starei solo lavorando in un casinò. Non so. Amo proprio la musica.

Siamo umani o siamo ballerini?
Penso che ci stiamo avvicinando sempre più all’essere umani, ogni giorno.

Ed è una buona cosa?
Certo.

FonteMetro.com