Rolling Stone [07-06-2012]
Le faticose sessioni, che durano ormai da un anno, per l’album del gruppo di Vegas, previsto per l’autunno.
Provenendo da Las Vegas, i Killers hanno imparato una cosa o due dai casinò, tipo non appendere orologi ai muri del loro studio di registrazione. Hanno passato l’ultimo anno qui dentro lavorando durante la settimana, da mezzogiorno a mezzanotte, per il loro prossimo album, Battle Born, che ancora non è finito. “Sta mantenendo fede al suo nome”, dice il batterista Ronnie Vannucci Jr, mentre sta seduto nella sala controllo a circa un kilometro dalla Strip. “Questo è il nostro difficile quarto album”.
Dopo essere stati in tour e aver registrato senza sosta dal 2004 al 2010, i Killers si sono presi un anno di pausa per focalizzarsi su progetti paralleli. “E’ stato come quando si continua a fare pratica”, dice il frontman Brandon Flowers. “Non mi stavo tenendo occupato, ma pronto”. Per prepararsi al meglio per il ritorno dei Killers, ha anche preso lezioni di canto. Flowers sembra nervoso mentre lo ammette, con la gamba destra che si muove come un martello pneumatico. “E’ da un po’ che non facciamo interviste”, aggiunge come a scusarsi.
Da quando si è riunita, la band ha chiamato un certo numero di produttori importanti – che includono Brendan O’Brien, Steve Lillywhite, Daniel Lanois, il collaboratore di Bjork, Damian Taylor, e l’esperto della musica dance, Stuart Prices. “È un po’ colpa nostra”, dice Flowers. “Pensavamo che avremmo aspettato di vedere com’era l’album prima di decidere definitivamente chi volevamo”, Vannucci aggiunge “Non siamo abituati a dividere i nostri cervelli in quel modo”.
Ma nonostante tutte le persone che ci hanno messo mano, Battle Born suona comunque sempre come un album dei Killers. “Scriviamo un tipo di canzoni molto particolare quando siamo assieme”, dice Flowers. “Molti cercano di trovare qualcosa di sbagliato in ciò, ma non mi sento a disagio per questo”. Pezzi forti come “Heart of a Girl”, “Flesh and Bone” e “Carry Me Home” seguono un modello familiare – iniziano piano prima di esplodere in una bomba glitterata di chitarre e la voce incalzante.
Un’altra canzone di spicco, “Runaways”, è pronta per le arene con il suo ritmo galoppante ed è nata una sera dopo un brutto concerto a Santa Barbara, in California, nel 2009. Frustrata dall’apatia del pubblico, la band è tornata nel tour bus per lavorare su questa canzone. Vannucci ricorda, “Abbiamo pensato ‘Fanculo quel concerto, questa canzone è fantastica!”.
I Killers sono stati colpiti da una tragedia alla fine di Aprile, quando il sassofonista Tommy Marth, che ha suonato nei loro ultimi due album e in tour, si è suicidato. “Era un pazzo figlio di p****na, ma in senso positivo”, dice Vannucci. “Scherzava su cose serie, ma sempre in modo comico. Nessuno ha mai detto, ‘Tom, stai bene?’. Abbiamo scritto una nuova canzone un paio di settimane fa e stavamo pensando di farlo venire a suonare, ma non è mai successo”.
Battle Born (che è anche il nome che i Killers hanno dato al loro studio di registrazione), prende il nome da un soprannome non ufficiale del loro Stato (il Nevada, ndt.). “In un certo senso, tutti gli Americani sono nati da una battaglia”, dice Flowers. “I nostri antenati sono venuti qui per trovare qualcosa di meglio”.
Per ora, la band sta ancora lavorando sodo per la pubblicazione dell’album in autunno. “Diventa sempre più difficile più invecchi”, aggiunge il cantante, che compirà 31 anni in Giugno. “Vuoi sforzati e essere focalizzato tanto quanto quel momento in passato in cui sapevi che non volevi più lavorare in un casinò. Stiamo cercando di risolvere questo problema”.