The Sun [14-09-2012]
Siamo nel backstage dello Sziget Festival a Budapest, il frontman Brandon Flowers e il batterista Ronnie Vannucci Jr. sono di buon umore, dopo essere tornati a suonare dal vivo e aver deciso la tracklist per il nuovo album Battle Born due giorni prima.
“Non vedo l’ora che le persone ascoltino questo album“, dice Ronnie. “Sono piuttosto entusiasta. E quando dico piuttosto intendo che siamo pronti“.
Sono anche stati così occupati che cercano di ricordarsi che giorno è oggi. “Beh, siamo arrivati ieri sera, no?” chiede Brandon, che sembra più magro dell’ultima volta che siamo stati in sua compagnia.
“No, aspetta, non siamo arrivati ieri sera. Siamo arrivati oggi e abbiamo suonato a Cracovia, in Polonia, ieri. O era il giorno prima?”
Ronnie si intromette: “Non sappiamo dove ci troviamo o che giorno sia. Ma siamo qui e ce la stiamo godendo tantissimo, perché questi concerti sono stati davvero divertenti”.
Era da un po’ che non avevamo notizie della band di Las Vegas – quattro anni, per la precisione, da quando hanno pubblicato il loro terzo album, Day & Age.
Quell’album, come i due precedenti, sono andati al numero 1.
Poi sono seguiti gli album solisti, inclusi lo splendido Flamingo di Brandon, e il progetto alt-country di Ronnie, Big Talk.
Ma ora è tempo di tornare al proprio lavoro di tutti i giorni con il ritorno dei Killers. “Ci è voluto un po’ per tornare assieme ed all’inizio è stato un po’ strano”, dice Brandon.
“Era passato un bel po’ di tempo da quando avevamo scritto assieme per l’ultima volta, ma tutti sanno qual è il loro compito nella band e quindi alla fine abbiamo ritrovato l’armonia delle cose”.
“Far parte dei Killers è come andare in bici — sappiamo come si fa”.
Battle Born è il quarto album del quartetto.
Con il nome preso da quello del loro studio di Las Vegas — e una frase scritta nella bandiera di stato del Nevada — è un album ispirato da Tom Petty, i Roxy Music e gli E.L.O.
Ronnie, scrutando da dietro i suoi Ray-Ban, dice: “Ci abbiamo messo un po’ per capire che avevamo un nostro sound, che facciamo le cose in un certo modo. Credo che stavolta siamo sicuri di quello che abbiamo fatto”.
Brandon aggiunge: “Credo che siamo più fiduciosi, anche se è stato un album difficile da scrivere. Ci abbiamo messo un po’ e ha causato parecchio stress”.
Con la produzione divisa tra cinque produttori di alto calibro — Daniel Lanois, Steve Lillywhite, Brendan O’Brien, Stuart Price e Damian Taylor — il processo di registrazione è stato lungo.
Brandon dice: “Impariamo sempre cose nuove da loro. Sono persone piene di talento, e lavorando con tutti loro, in qualche modo riesci quasi a leggerli nel pensiero”.
Se si potesse fare un paragone con uno degli altri album dei Killers, Battle Born assomiglia di più al secondo, Sam’s Town, pubblicato nel 2006 — vasti paesaggi ed epico synth-rock.
Il primo singolo, Runaways, è grandioso quanto un altro classico dei Killers, When You Were Young — la canzone che chiude il loro set da headliner allo Sziget.
Brandon dice: “Runaways è senza dubbio sorella di When You Were Young e quindi è stato bello — è bello sentire quella familiarità e ci ha anche dato un’idea di quale strada stavamo intraprendendo con questo album perché è stata una delle prime canzoni”.
Un’altra canzone, la quasi blues Heart Of A Girl, è stata fatta con il produttore degli U2, Daniel Lanois, che ha trattenuto la band in studio fino alle tre del mattino per rendere la canzone perfetta. “Non abbiamo mai scritto qualcosa con nessuno come Daniel”, dice Brandon. “È stato davvero divertente fare quella canzone. Cinque tipi in una stanza con microfoni e un nastro che gira e registra. Quella canzone ha catturato quel momento in modo perfetto”.
Sia Brandon che Ronnie sono d’accordo nel dire che Battle Born è il loro album preferito finora.
Ronnie dice: “Dato che ci abbiamo messo così tanto a farlo, ci siamo ritrovati con circa 20 canzoni, ci abbiamo convissuto, le abbiamo ricreate e le abbiamo messe apposto finché non siamo stati soddisfatti del risultato”.
“Tradizionalmente i nostri album sono fatti più velocemente e, dopo, ci accorgiamo che vogliamo cambiare una canzone o il ritmo di una. Stavolta abbiamo fatto questo procedimento prima”. Brandon annuisce e dice: “Siamo più felici di quest’album di quanto lo siamo stati per tutti gli altri”.
Un’altra canzone, Miss Atomic Bomb, è stata influenzata dagli strani gruppi anti test nucleari che si organizzavano negli anni ’50 a Las Vegas.
“Sono stati una cosa importante a Vegas per 20 anni”, spiega Ronnie. “Si preparavano cocktails e piatti con nomi inerenti — e ovviamente c’era anche il concorso di bellezza”.
Brandon aggiunge: “Quando si facevano i test nucleari, i gruppi di persone andavano sui tetti dei casinò e a tutti veniva dato un paio di occhiali”.
“Si vedono ancora in giro le foto di questi visi scoloriti, stile anni ’50, che sorridono e si prendono una radiazione!”.
“E quella canzone è collegata a Mr Brightside nel testo. È molto Las Vegas e molto noi. La amiamo, anche se è arrivata tardi”.
“Per un po’ di tempo è stata accantonata da un produttore in particolare – non lo nominerò, ma il demo è stato chiuso da qualche parte per tre mesi. Si, ce le siamo presa, e un giorno ero a casa mia al pc che ricontrollavo alcuni demo, mi ci sono imbattuto di nuovo e ho pensato: ‘COSA stiamo facendo? Potrebbe benissimo essere un singolo ed essere rappresentata in un film’. E così le abbiamo dato nuova vita”.
Giudicando dalla reazione del pubblico alla bella interpretazione dei Killers allo Sziget, sono mancati molto – e la band ammette che scalpitavano per tornare in tour.
Il papà-di-tre, Brandon, dice: “Diventa difficile stare lontano dalla mia famiglia e i miei figli. Hanno solo cinque, tre e un anno e mi mancano ma questi ultimi concerti sono stati esaltanti. È bello essere tornati”. Ronnie aggiunge: “Ho un cane quindi anche per me è difficile stare lontano, ma la pausa ci ha fatto bene perché abbiamo fatto dei bellissimi concerti”.
Sono passati dieci anni da quanco i Killers — Brandon, Ronnie, il chitarrista Dave Keuning e il bassista Mark Stoermer — si sono formati grazie ad un annuncio che Dave ha messo in un giornale settimanale di Las Vegas, che diceva: “Si cercano musicisti per una band. Influenze: Oasis, Smashing Pumpkins, Bowie, Radiohead”.
Durante questo tempo i Killers sono diventati una delle più grandi band al mondo, vendendo più di 16 milioni di album.
Ronnie dice: “Per noi sono dieci anni, ma per voi non ancora — questo succederà nel 2014, dieci anni dopo la pubblicazione del nostro album di debutto, Hot Fuss. E a quel tempo lavoravo in una chiesetta per matrimoni, facevo foto e andavo a scuola”.
Brandon aggiunge: “Io lavoravo al Gold Coast Hotel and Casino — e sognavo tutto questo”.
Anche se è uno dei frontman più conosciuti, Brandon dice che ci sono voluti dieci anni perché si sentisse a suo agio in queste vesti. Molto più tranquillo fuori dal palco, è un Brandon più rilassato di quanto lo abbiamo incontrato altre volte. “Sono molto timido di persona”, dice. “Adesso mi sento più a mio agio. Sto ancora imparando, però”.
“La cosa difficile per me era la sensazione di far parte di questo mondo. Ammiro tutte le persone che vi hanno fatto parte, da Elvis a Mick Jagger, da Morrissey a Noel e Liam Gallagher, e poi all’improvviso avevo il loro stesso lavoro”.
“Non è facile farne parte e all’inizio pensavo che alcune persone fossero meglio di me in quel ruolo”.
“Mi ci è voluto un po’ per sentirmi tranquillo perché mai avrei pensato che sarebbe successo. Ma adesso mi sento bene sul palco”.
Fonte—The Sun