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Spotify [17-09-2012]

Una delle prime interviste che abbiate mai fatto è stata con Billboard nel 2002. Ronnie, tu avevi detto “Siamo pronti a fare qualsiasi cosa sia necessaria perché la gente ci ami”. Ti ricordi quella sensazione?
Ronnie Vannucci: Sì, mi sento ancora così! Chi vorrebbe far parte di una band e non cercare di piacere a tutti? Quando ci penso ora mi rendo conto che siamo fortunati a soddisfare innanzitutto noi stessi, ma anche alla gente piace quello che facciamo. Fino ad ora…
Brandon Flowers: Penso che in realtà sia più facile dire che non ti importa, ma siamo sempre stati abbastanza coraggiosi e onesti.

Come band siete andati fino in fondo con quest’album (entrambi ridono forte) – avete testato i vostri nervi. Avete sempre saputo che sarebbe venuto fuori qualcosa di grande?
R: In un certo senso, ci succede sempre così. I grandi risultati tendono a derivare dallo spingersi fino al limite in questo modo. Non ti senti un granché mentre lo stai facendo, ma quando arrivi sulla cima della collina è una sensazione stupenda.
B: Non facciamo mai in modo che qualcosa accada. Speriamo solo!

Quale album ti ha fatto desiderare per la prima volta di essere un musicista?
B: So che Hunky Dory ha fatto sì che mi impegnassi in una band.

Come ti ha scovato?
B: Beh, non mi sono laureato ma ho frequentato due corsi al Community College e un giorno stavo guidando verso casa, passando su questo cavalcavia sopra la superstrada 95, e hanno mandato Changes alla stazione di rock classico che stavo ascoltando. Non l’avevo mai sentita prima e all’inizio ho pensato che fosse Bob Dylan per il modo in cui cantava le strofe. Così mi sono informato e ho trovato l’album. La cosa strana è che sapevo che le band che amavo – come Morrissey e i Depeche Mode e i Duran Duran – erano state tutte influenzate da lui, ma non avevo mai ricercato Bowie. È stato davvero illuminante per me.
R: La mia storia è simile. Da ragazzino ero in un camion e ho sentito Damn The Torpedoes di Tom Petty e ho pensato anch’io che fosse Bob Dylan. Ricordo bene che ero a Las Vegas e che era davvero caldo e lo stereo aveva il volume alto e io battevo a ritmo sulla fiancata del camion. Anche prima di questo fatto, quando per la prima volta ho sentito American Girl, ho proprio dato di matto. In quel momento non ero in grado di decidere se suonare la batteria o la chitarra, ma sapevo che dovevo fare qualcosa. È stata una sensazione completamente polverizzante.

Qual è il miglior consiglio che abbiate mai ricevuto?
R: Non riceviamo molti consigli! In realtà dovremmo fare più domande noi stessi. Mi sarebbe piaciuto avere qualche consiglio da Elvis. Tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno di più vecchio e più saggio accanto.
B: Ne ho avuti alcuni da Neil Tennant. Mi sentivo strano durante i concerti sapendo che le persone mi avevano visto fare certe mosse in precedenza. Queste mosse derivano in origine dall’improvvisazione, ma se funzionano tendo a ripeterle. Neil mi ha detto di non preoccuparmi di questo e che avrei dovuto continuare a fare quello che la gente vuole vedere.

C’è una mossa che rappresenta Flowers?
B: Non so se ne ho davvero una!
R: Oh, ce ne sono alcune che vedo ogni sera. Non ne ho di preferite – non provo a farle!

Infine, la domanda che abbiamo tutti in mente…Qual è il vostro suono preferito?
R: Un rullante. Oddio, amo quel suono!
B: Non so! Se fossi di, non so, Newcastle avrei un’ottima risposta da darti! Farebbe ridere tutti. Ma sono di Henderson, Nevada. In realtà ce n’è uno – adoro il suono delle monetine che colpiscono la placca metallica in una slot machine.

Battle Born: traccia per traccia
Flesh And Bone

B: Avevamo la canzone quasi completamente finita quando Steve Lillywhite è arrivato ad assisterci. Ha suggerito questa nuova sezione influenzata dalla Motown (musica che combina il rhythm and blues e il pop, o il gospel e le moderne ballate, ndt).
R: Si è rivelato essere veramente grande…
B: È come una strana svolta a sinistra a Detroit, ma è eccezionale! Non avremmo fatto una cosa simile senza di lui.
R: Contiene il mio bridge preferito tra tutte le tracce dei Killers.
B: Volevo fare un bridge come i Metronomy, ma ne è uscita una cosa diversissima!

Runaway

R: È stato il nostro trampolino di lancio per questa strada già nel 2009. Brandon aveva una sequenza di accordi che stavamo suonando prima di un concerto. Il concerto è stato schifoso, così subito dopo ci siamo ritirati a lavorare ed è allora che abbiamo ottenuto l’essenza di Runaways. È stato eccitante, ci ha messi in carreggiata. La direzione sembrava giusta.

The Way It Was

B: Daniel Lanois è arrivato in città per qualche giorno e abbiamo fatto così tanto insieme. Avevo il ritornello che mi giravano in testa da un paio d’anni e la band se n’è uscita con le strofe e tutto ha funzionato alla perfezione. È stato davvero veloce.
R: Dave ha creato questa istantanea e bella linea di chitarra che ha semplicemente fuso tutto insieme.
B: C’è un vero e proprio passaggio anche in questa canzone. Un vero middle 8 (sezione di una canzone che di solito si trova a metà, il cui scopo è di spezzare la ripetitività della struttura verso/ritornello/verso/ritornello introducendo nuovi elementi nella canzone, ndt.)!

Here With Me

B: Fiu! Questo è un momento tenero nella storia dei Killers!
R: Questa ha due bridge. E le persone dicono che non abbiamo spirito di avventura!
B: È una grande canzone – rende molto bene dal vivo. È una vera canzone – è autentica.

A Matter Of Time

R: Sai quando gli archeologi fanno questi scavi e scoprono artefatti come ciotole e denti e mandibole della tigre dai denti a sciabola? A Matter Of Time è noi che facciamo la stessa cosa, scavando nella nostra storia, andando indietro fino al mio garage. Abbiamo ancora quel DNA in noi ed è stato figo scoprirlo senza cercarlo, dà credito e validità a quello che stavamo facendo in un garage rovente dieci anni fa e siamo ancora guidati da quello.

Deadlines And Commitments

B: Questa è arrivata nell’album all’ultimo momento! Arriva da una canzone di Bob Seger intitolata Against The Wind – è una delle migliori canzoni mai scritte – e le parole mi sono semplicemente uscite mentre cantavo. C’è un’atmosfera davvero speciale in questa canzone.
R: Ha anche un assolo di basso. E i rototom (tamburi in metallo che, grazie a un originale sistema costruttivo, sono un incrocio tra il tamburo a cornice, il tom-tom e il timpano da orchestra, ndt.). È la prima volta per noi!

Miss Atomic Bomb

B: Questa era stata fatta tempo fa e messa in disparte da uno dei produttori. Da qui si capisce che abbiamo avuto lati positivi e negativi per quanto riguarda i produttori in quest’album. Un produttore può sbagliare! E questo si era sbagliato di grosso! Questa canzone tiene il passo. L’abbiamo suonata dal vivo e la gente che non la conosce ancora la ama già. Mi piace l’immagine che evoca, non ci importa essere associati a Las Vegas e al deserto. In realtà abbracciamo queste immagini.

The Rising Tide

R: Quando siamo tornati insieme abbiamo avuto queste sessioni di scrittura per cui ci siamo presi un mese e abbiamo lavorato ogni giorno. Rising Tide è stata la prima canzone completa ad uscire da queste sessioni. L’abbiamo lasciata in secondo piano e dimenticata per poi riportarla alla luce in un secondo momento.
B: È una canzone davvero bella, è quasi come se si suonasse da sola.

Heart Of A Girl

B: Daniel Lanois era davvero preso da questa canzone, ha perfettamente colto un momento nel tempo. Sedevamo in cerchio guardandoci negli occhi a vicenda e questa canzone non esisteva nemmeno un’ora prima che la registrazione fosse fatta.
R: A volte un fulmine colpisce…

From Here On Out

B: È come un nuovo lato di noi. È una boccata di aria fresca, una canzone corta!
R: Questa traccia è come una barretta energetica ed è uno dei pezzi preferiti da tutti. Piace a tutti nella band.

Be Still

B: Questa è stata scritta nello stesso periodo di Here With Me, volevamo scrivere delle ballate. Mi piacciono i nostri concerti, ma i concerti dei Killers sono come un assalto per un’ora e mezza ogni sera e sarebbe carino renderli più un viaggio. Abbiamo scritto il testo con Lanois nella sua incredible villa gotica a Silverlake. Lui è come uno zingaro spirituale – è divertente abbandonarsi a lui e lasciare che tutto succeda. Mi piace questa sensazione.
R: È una canzone di pausa totale per me. La metti su e vai da qualche altra parte per una manciata di minuti…

Battle Born

R: Ah, la chiusura dell’album!
B: Abbiamo fatto una canzone per il film di Tim Burton, Dark Shadows, una canzone dei Raspberries intitolata Go All The Way. Aveva quell’incredibile arrangiamento vocale nei cori e potevamo sederci e ascoltarli a oltranza cercando di capire cosa stesse facendo quel tizio. Così abbiamo preso quell’idea e l’abbiamo messa alla fine di Battle Born.
R: C’è parecchio da cantare qui!
B: Davvero! Molto più di quanto abbiamo mai fatto finora…

FonteSpotify