Las Vegas Weekly [24-10-2013]
Vegas, 2002. I telefoni pubblici erano numerosi come i lettori CD, e l’Huntridge era il posto in cui avresti suonato, ma solo nel caso in cui la tua band fosse già proiettata verso il successo. I Killers hanno suonato su quel palco, poi hanno riempito lo stadio di Wembley dieci anni dopo. Nel frattempo la città è diventata il trampolino di lancio per un’altra rock band da dischi di platino, gli Imagine Dragons. E anche se le due band hanno suonato assieme ad alcuni festival in altre città e altri Paesi, i loro rispettivi chitarristi non si erano mai incontrati..prima di adesso. E io non avevo mai tentato una telefonata internazionale a tre.
Wayne Sermon: Innanzitutto, voglio dire che figata è questa cosa che stiamo facendo. Sono un grande fan, e gli Imagine Dragons hanno grande rispetto per voi, come faro della scena musicale di Las Vegas.
Dave Keuning: Beh, grazie. Allo stesso modo a me piace la vostra musica. C’era un vostro singolo che conoscevo prima di scoprire che era vostro [“Every Night”], e a quel punto ho esclamato, “Aspetta, questi sono gli Imagine Dragons? Sono famosi. Ho sentito quella canzone ovunque!”
WS: Sono curioso di sapere com’era la scena musicale prima che arrivassimo lì, com’era iniziare con una band in una città che non era molto conosciuta per la musica dal vivo.
DK: Adesso sembra un’era completamente diversa. Quando andavamo al Boston a vedere le band gratis, si entrava e c’era una band diversa che suonava ogni sera. Il Cafe Roma era un altro posto che ospitava band qualche volta durante la settimana, e anche quello era gratis. Ed esisteva ancora il Junkyard – ci abbiamo fatto uno dei nostri primi concerti lì. Quasi tutti i posti in cui abbiamo suonato ormai non esistono più…e molte delle band con cui facevamo concerti assieme sono sparite. Noi siamo arrivati dal nulla, dal punto di vista dello stile. La maggior parte delle band erano punk o metal, e noi siamo arrivati con questo…sound o come vogliamo chiamarlo. Nessuno era così, per cui eravamo proprio dei pesci fuor d’acqua, nel bene e nel male. Sapete, molte persone ci hanno odiati per questo e molte persone hanno pensato che fosse una bella sorpresa. Non saprei nemmeno dove andare se fossi in città e volessi vedere qualche band, credo che a volte ce ne sia qualcuna al Beauty Bar.
Corlene Byrd: Quando è l’ultima volta che sei stato in centro?
DK: Una o due volte all’anno ci vado. È cambiato molto.
WS: Mi ricordo molto bene il nostro primo concerto. Era in questo posto chiamato Sinister Rock Bar. Eravamo una band da probabilmente sei giorni. Mi ero appena trasferito a Las Vegas. Abbiamo fatto tipo una settimana di prove, abbiamo messo assieme qualche canzone e fatto pratica su quelle per otto ore di ognuno di quei giorni. Stavamo cercando freneticamente di mettere assieme il tutto, e questo ha segnato il ritmo per la nostra band. Siamo andati a questa velocità da quel momento in poi, ad un ritmo frenetico. Dopo allora abbiamo suonato in posti come il Beauty Bar, lo Cheyenne Saloon e il Bunkhouse. Abbiamo anche suonato molto sulla Strip, facendo metà cover e metà nostre canzoni originali. Abbiamo suonato nelle lounge del Mandalay Bay; abbiamo suonato all’O’Sheas, ed è stato incredibile. Il palco era tipo un metro e mezzo per un metro e mezzo.
DK: Non abbiamo suonato cover sulla Strip, ma abbiamo fatto un concerto al Gameworks. Abbiamo fatto una battaglia fra band. È stato interessante.
CB: Uno di voi ha assistito a qualche band che coverizzava la sua musica?
DK: No, ma voglio. Mi piacerebbe entrare e vedere persone che suonano le nostre canzoni. Mi piacerebbe osservare il chitarrista e pensare, Non è quello che faccio io.
WS: Si, è interessante ascoltare le reinterpretazione delle tue parti di chitarra. Mi pare fossimo in Florida, per suonare questo piccolo concerto in un club e mentre stavamo passeggiando lungo una viuzza abbiamo sentito qualcuno che suonava “Radioactive”. Veniva dall’edificio di fianco, che era una chiesa; c’era una band cristiana che coverizzava “Radioactive”. E così ci siamo intrufolati e abbiamo insegnato loro come suonarla. Quindi è stata un’esperienza un po’ strana parlando di cover.
DK: Wow.
CB: Cosa pensate che il Life Is Beautiful potrebbe significare per la città?
DK: Credo che Vegas dovrebbe avere un festival che si fa ogni anno, qualsiasi festival sia.
WS: Sono completamente d’accordo. Abbiamo avuto l’occasione di suonare a un sacco di festival, e ci siamo innamorati dell’atmosfera. La nostra parte preferita è stata sempre quella dell’incontro con altre band. Si vive in una sorta di isolamento quando si va in giro con il proprio tour, quindi quando partecipi ad un festival vedi altre band e puoi parlarci e riconnetterti con il motivo per cui hai deciso di parteciparvi.
DK: So esattamente quello di cui parla. Ti svegli, entri nel posto del concerto, fai il soundcheck, mangi, suoni durante il concerto, ritorni nel bus e ripeti tutto questo in continuazione. Dopo un po’ cominci a vivere nel tuo mondo, e i festival spezzano un po’ questa routine.
CB: Dave, c’è qualche consiglio che puoi dare a Wayne adesso che si prepara ad affrontare il primo tour nelle arene?
DK: Divertitevi e cercate il più possibile di far divertire le persone…E non essere riservato sul palco. A volte a me succede di sentirmi strano a spostarmi sul palco, ma sento anche che è quello che devo fare. Non hanno pagato per vedermi stare lì fermo… A volte mi fermo a pensare nel mezzo del concerto che davanti a me ci sono tutte quelle persone. Sai, tutto inizia nella tua stanza con un sogno, mentre provi ogni giorno con la chitarra. Se ti ricordi di quei momenti, apprezzerai i concerti nelle arene.
WS: Non molto tempo fa abbiamo preso in affitto una casa, e mangiavamo spaghetti di riso e strimpellavamo.
CB: Mi ricordo ancora i pasti che Dave mangiava, tipo i Cheetos (patatine di farina di mais al gusto di formaggio, ndt.) con riso.
DK: Cucinavo riso e spaghetti di riso perché una scatola di riso costava tipo 3 dollari. Usavo di tutto per darci un po’ di gusto. Ci tagliavo dentro pezzi di hot dog o…
CB: Ci mettevi il ketchup. Avevi i condimenti.
WS: Un po’ di ketchup, è geniale!
DK: Era tutto quello che avevo! Lo mettevo nel riso in modo che non fosse riso e basta. Quando abbiamo iniziato ad avere un po’ di soldi sono arrivato al limite con gli spaghetti di riso, e non li ho più mangiati da allora, e non li mangerò mai più.
DK: Ho sentito che suoni una Bilt Guitar. È fantastico, sei l’unica altra persona che conosco che ce l’ha.
WS: Si, ho sentito che anche tu ne hai comprato una un po’ di tempo fa. Quei ragazzi sono fantastici. Sono dei grandi, e fanno quello che vuoi.
DK: Si, sono delle belle chitarre, e la maggior parte delle persone neanche sa che esistono.
WS: La tua ha qualche effetto o roba simile, o è una chitarra semplice?
DK: No, ha qualche effetto. Ne ho una con un po’ di drive e delay, e ne ho un’altra che ho fatto appositamente modificare con un’octave. È molto bella e unica e la uso in qualche canzone di Battle Born.
CB: Avete dei consigli per le attuali band di Vegas?
DK: Trovate il vostro sound e lavorate sodo sulle canzoni e sperate di piacere alle persone per quello che siete.
WS: Continuate ad andare avanti, perché quando altri rinunciano e voi continuate la cosa vi farà notare.
Fonte—Las Vegas Weekly