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Urban Active [04-2015]

I Killers prendono come riferimento musicale le band di vecchia scuola, eppure il senso di stile di Brandon Flowers è totalmente diverso. UA è riuscita ad ottenere un po’ di tempo con il frontman meglio vestito al mondo (e probabilmente il più sano) ai Toe Rag Studios nell’est di Londra

Brandon Flowers ha 15 minuti di ritardo per la sua intervista. Ma ha una buona scusa. “La mia palestra stava chiudendo definitivamente oggi, per cui ci ho messo un po’ di più ad uscire: tutti si stavano salutando,” spiega, scusandosi, il frontman dei Killers. “Vivendo in città questa è una delle situazione in cui più ci si avvicina a quel senso di comunità dei piccoli paesi”. La città in cui Flowers ha messo su casa è Las Vegas. Un posto così vivace e chiassoso non può che infondere ed ispirare molti dei suoi prodotti musicali. SeHot Fuss, l’album di debutto dei Killers tinto di indie e dance, era una lettera d’amore nei confronti di band britanniche e degli anni ‘80 come New Order, Depeche Mode e The Cure, allora i loro successivi sono stati un romanzo epistolare con Vegas, accompagnato da una colonna sonora di epico rock da stadio come da tradizione springsteeniana. Sam’s Town, il secondo album dei Killers, ha preso il nome da un casinò di Vegas, e il primo album solista di Flowers, Flamingo, dalla strada in cui quell’hotel si trova. La canzone che apre l’album si intitola Welcome to Fabulous Las Vegas.

Il secondo album di Flowers promette di prendere le distanze dal suo passato sotto molti punti di vista. Anche se si trova in studio senza i suoi compagni di band, non è completamente solo, ma è al lavoro con il produttore emergente Ariel Rechtshaid. “Fresco: è questa la parola che descrive Ariel,” dice Flowers, e non solo riferendosi all’ambiente hip hop in cui Rechtshaid ha lavorato. (Ha anche prodotto Vampire Weekend e Haim.) “Ha un approccio completamente diverso nel produrre album rispetto a tutti quelli a cui ero abituato,” dice Flowers. “Sento che c’è qualcosa di autentico in lui, questo è sicuro.” Anche dal punto di vista delle tematiche Flowers si sta lasciando Vegas alle spalle da un certo punto di vista – o almeno non lavora più gratis per il suo ufficio turistico. “Potrebbe esserci qualche personaggio nelle canzoni che viene da Vegas, ma non sto portando avanti nessuna campagna pubblicitaria o cose simili,” dice. “È che vivo qui. È una parte molto importante di me stesso. Si mostrerà sempre in qualche modo.”

Potreste aspettarvi che una rock star che ha la residenza permanente nella Città del Peccato debba condurre una vita di un tale sfrenato edonismo da costringere un Nicolas Cage che si fa la doccia mentre si tracanna una bottiglia di whisky a ricoverarsi di fretta in un centro di disintossicazione (riferimento al film Via da Las Vegas, ndt.). Ma Flowers è palesemente e assurdamente onesto, soprattutto se paragonato alle famose rockstar dissolute dei giorni andati. “Si, c’è una nuova razza di rockstar,” dice ridendo. “Mi sto ribellando contro gli stereotipi.” Non beve, o per lo meno non si ubriaca da “probabilmente sette o otto anni.” Non fuma. Non beve nemmeno caffè. E la sua pubblicizzatissima fede religiosa – è mormone, membro della Chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni, che pubblica linee guida sul consumo di alcol e caffeina – non è l’unica spiegazione. In realtà molti dei suoi testi fanno riferimento alla difficoltà del seguire la retta via e del resistere alle tentazioni.

“Ho avuto dei figli e ho cominciato a capire quello che voglio e non voglio nella mia casa,” dice Flowers, ora padre di tre bambini. “Ci sono stati anche altri fattori decisivi. Sono convinto che tutto ciò mi abbia reso un miglior intrattenitore e dato maggior longevità alla mia voce. In realtà lo so, perché quando stavo sul palco nel periodo in cui bevevo e fumavo molto non riuscivo…le mie corde vocali non erano altrettanto forti e non avevo la stessa quantità di energia che ho adesso.”

Ciò è probabilmente dovuto al fatto che al posto di festeggiare per tutta la notte, Flowers va in palestra cinque giorni a settimana. “Faccio cardio e pesi,” dice. “Faccio cose diverse nella parte cardio: uso l’ellittica, il simulatore di scale e la bicicletta per distribuire lo sforzo e non lasciarlo tutto sulle ginocchia…” E non la vede come una penitenza: “Ci sono molte cose che mi piacciono. A volte ho il bisogno di uscire di casa. Sento proprio i benefici che il correre porta alla mia mente, sento i piedi più leggeri. Ho molta più energia.” Questa energia extra ha a sua volta aiutato Flowers e i suoi Killers a crearsi la reputazione come una delle band più elettrizzanti dal vivo. “Non so se canto in modo corretto ma è una cosa fisica: canto con il mio corpo,” dice. “Il fitness mi ha aiutato nelle esibizioni dal vivo.”

Se gli viene data la possibilità, Flowers preferisce riempirsi i polmoni di aria fresca. “Se posso fare cardio all’aperto allora preferisco correre per i sentieri o fare trekking,” dice. “Il Deserto del Mojave che si trova fuori Vegas è meraviglioso da questo punto di vista: abbiamo bellissimi sentieri e camminate. Ne approfitto tutte le volte che posso.” E questo include anche la piena estate: “Andiamo di notte, quando la temperatura scende, e facciamo trekking aiutandoci con delle torce.” E non si ferma nemmeno quando è in tour. “Abbiamo fatto trekking dappertutto: abbiamo fatto lo Snowdon (nel Galles. ndt.). Le Alpi. Abbiamo fatto alcuni bei percorsi in Cile, Svezia…nei posti più diversi. Ci penso sempre, in che posti potremmo fare trekking quando abbiamo giorni liberi. Mi piace tantissimo.”

Non è la tipica cosa con cui ci aspettiamo che una rockstar si sballi. Quando sono in tour le rock star dovrebbero lasciarsi andare e non seguire un percorso. Per la maggior parte dei musicisti stare su un palco è intossicante, e Flowers non è diverso sotto questo punto di vista. “Non riesco a stare seduto per molto dopo un concerto. Comincio a camminare avanti e indietro. Parlo in continuazione. È come se fossi drogato”.

Ma se molti altri cantanti cercano qualcosa di altrettanto stimolante per rimandare la fine dell’effetto che hanno quando scendono dal palco, lui evita direttamente le feste post concerto: “Non ci vado proprio. Puoi ordinare solo fino ad un certo numero di bicchieri di Coca Cola in un bar…ma è tutta l’atmosfera che ormai non mi attrae più.” Infatti per il loro tour di Day & Age i Killers avevano due autobus: uno per le feste e, uhm, uno non per le feste. “L’autobus per le feste!” ricorda. “Alcune sere c’è ancora…ma più vado avanti, più diventa facile starne alla larga.”

Anche se whisky e vodka sono sempre presenti nella lista delle richieste dei Killers quando sono in tour, c’è anche il kombucha – un tè fermentato che contiene batteri probiotici che fanno bene alla digestione. Ma non è una richiesta di Flowers: “Credo sia una cosa di Mark. Mia moglie beve quelle cose. A me non piace.” Infatti la nutrizione è una delle aree in cui Flowers non è un santo. Anche se fa sempre la stessa colazione (cereali con latte di mandorla, una banana e un Actimel), occasionalmente si allontana dalla retta via. “Non sono molto bravo con la dieta,” ammette. “È qualcosa su cui devo impegnarmi. Ma mi piace il cibo, per cui il fitness mi permette questa soddisfazione. Andare in palestra rende molto più facile faro un salto ad un In-n-Out Burger con il servizio drive-through e non sentirmi troppo in colpa con me stesso.” Hey, una rockstar deve pur avere dei vizi.

La dedizione che Flowers ha per il fitness porta dei benefici che vanno oltre il palcoscenico e la scusa di mantenere la dipendenza da fast food. Servizi fotografici come questo. “Invecchiando mi sono allenato di più. Più mi sento a mio agio con me stesso, più lo sono di fronte ad una macchina fotografica,” dice. Non che abbia ragione di sentirsi altrimenti. Anche rimanendo nella sfera un po’ dandy dei frontman rock, Flowers è spesso onorato per il suo stile. “Deriva dal primo tipo di musica che ho ascoltato,” dice. “È sempre stata molto dipendente da uno stile, anche se era ottima musica. Persone come The Smiths, New Order: erano tagliati per questo. È come se ci fosse un obbligo, appena firmato un contratto discografico, di doversi conformare ad un certo stile. Ho preso dei rischi nello stile e fallito. È sempre una scommessa.”
La fortuna è dalla tua se riesci ad ottenere un paio di scarpe e magari un completo nero che calza a pennello da gente come Hedi Slimane. Flowers è stato discepolo del designer durante il suo periodo d’oro per Dior Homme, che ha coinciso con la pubblicazione di Hot Fuss. “Hedi era un grande e ha fatto moltissime cose per me,” dice Flowers, che rimane fedele adesso che Slimane è a capo di Saint Laurent Paris: “È piuttosto ovvio che sia il migliore. Tiene sotto controllo tutto. Prende cose classiche e le fa sembrare nuove.”

Anche se non da’ più molta importanza ad essere un attento seguace della moda adesso che è un padre di famiglia – “può portare via molto tempo” – Flowers sa ancora come seguire le tendenze: “Mi piacciono Dries Van Noten e Burberry Porsum. Adesso la Levi’s sta riportando alla ribalta le classiche magliette e jeans degli anni ‘40, ‘50 e ‘60, una gran bella sorpresa.” Jeans e giacche da motociclista – classici rock senza età come, beh, Springsteen – sono, così come Vegas, dei temi ricorrenti nella carriera di Flowers. Lo stesso non si può dire della giacca simil tuta da ginnastica in pelle di serpente di Dior Homme che ha indossato durante il periodo Sam’s Town. “Da qualche parte c’è ancora un guardaroba che con tutti quei vestiti,” dice. “Non indosso più cose simili. Ma ho tenuto qualcuno dei pezzi più…interessanti, diciamo.”
Dice che il suo stile è maturato e diventato più sicuro invecchiando: “Invecchiando le cose diventano più facili.”

E questo ci porta alla domanda più importante. Lo stile di Flowers è cambiato a tempo con la pubblicazione dei suoi album, dal Dior Homme con l’eyeliner di Hot Fuss, allo spiumazzante Dolce & Gabbana di Day & Age. Qual è quindi il look per il nuovo album?

“Ci sto lavorando,” dice ridendo. “A volte pensi, ‘Voglio indossare questo o quello,’ poi sali sul palco e ti rendi conto che era completamente la scelta sbagliata. Voglio che sia qualcosa in cui mi senta a mio agio a starci e a cantarci. Solo perché Mick Jagger sta bene con qualcosa non significa che valga lo stesso per te. Devi trovare il tuo stile personale.” Ben detto.